Vai al contenuto

Omicidio Murazzi, la conferma dei Ris: c’è DNA di Leo sull’arma del delitto

Pubblicato: 09/06/2019 13:15

Un altro tassello si aggiunge al caso di omicidio avvenuto lo scorso 23 febbraio ai Murazzi di Torino. Dopo 3 mesi di indagini e analisi, i Ris di Parma hanno dato la conferma. Sul coltello da cucina usato per uccidere Stefano Leo c’è il suo DNA. L’accusato Said Mechaquat, 27enne italiano di origini marocchine, aveva confessato l’omicidio il 30 marzo scorso, consegnandosi di sua spontanea volontà in caserma. Il motivo dell’assassinio fornito allora fu agghiacciante: “Ho scelto di uccidere questo giovane perché si presentava con aria felice. E io non sopportavo la sua felicità.

Il DNA sull’arma del delitto

Mechaquat aveva inoltre confessato di aver nascosto l’arma del delitto in una cassetta dell’Enel in piazza D’Armi, vicino al dormitorio dove soggiornava dopo essersi separato dalla compagna. I militari avevano trovato il coltello da cucina, comprato la mattina stessa del delitto in un supermercato per pochi euro. L’hanno poi consegnato ai Ris di Parma per effettuare le analisi, da cui è risultata la presenza del DNA di Leo. Nonostante Mechaquat avesse pulito l’arma dopo l’omicidio ai Murazzi, i Ris son riusciti comunque a rinvenire tracce del DNA della vittima.

DNA di Stefano Leo sull'arma del delitto, arriva la conferma dei Ris di Parma
DNA di Stefano Leo sull’arma del delitto, arriva la conferma dei Ris di Parma

Stefano ucciso “perché era felice”

La mattina del 23 febbraio, il disoccupato Said Mechaquat ha aggredito il commesso 33enne Stefano Leo, di Biella, nel centro di Torino, ai Murazzi. Là, sul Lungo Po Machiavelli, ha reciso la gola del giovane biellese perché era felice. Volevo togliergli tutte le promesse, i figli, toglierlo ad amici e parenti”. Un movente agghiacciante, cui poi si è aggiunta la scoperta di una certa somiglianza fra Leo e l’attuale compagno dell’ex di Mechaquat. Dalle indagini era inoltre emerso che Mechaquat aveva già una condanna di un anno e 6 mesi per maltrattamenti in famiglia. Ma la sentenza, sebbene definitiva, non è mai stata eseguita. E per questo Stefano Leo è morto senza una ragione. Infine, è arrivata la conferma del DNA sull’arma del delitto.

Stefano Leo. Foto: Facebook
Stefano Leo. Foto: Facebook