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Rita Dalla Chiesa ricorda l’ultima telefonata col padre: “Avevamo litigato”

Pubblicato: 03/09/2019 11:46

Il 3 settembre 1982 è una data che l’Italia intera ricorda: il giorno in cui fu assassinato il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. In questo giorno di commemorazione, la figlia Rita Dalla Chiesa vuole ricordare il padre con uno scatto che la inorgoglisce particolarmente.

La figura del Generale le è stata accanto in questi lunghi 37 anni trascorsi da quei tragici fatti, anche se è stata dura. La conduttrice, in un’intervista a Repubblica, decide di abbandonarsi ai ricordi, dell’infanzia a Palermo, della casa di Mondello, che ora ha deciso di rivendere. E racconta anche la loro ultima telefonata.

L’ultima fatica di Rita

Nel corso dell’intervista la Dalla Chiesa presenta la sua ultima fatica letteraria, il libro Mi salvo da sola. Si tratta di un lavoro autobiografico, in cui la stessa conduttrice fa i conti con il suo passato.

Avevo dei nodi che non riuscivo a sciogliere” spiega al quotidiano. “E nessuno avrebbe potuto affrontarli per me. Questo libro mi è servito ad affrontare un passato che continua a farmi male“.

Il ricordo del padre

Il più doloroso di questi ricordi è sicuramente quello del padre, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo. Oggi, nell’anniversario del suo assassinio, Rita vuole ricordarlo sui social come un faro per le giovani generazioni di allora e di oggi.

In tanti hanno voluto commentare il post di Rita Dalla Chiesa. Tra questi l’affezionato Tiberio Timperi che ha scritto: “Credo che tuo padre abbia avuto tutti i motivi per essere orgoglioso di te. Della tua etica, dei tuoi valori, della tua capacità di affrontare tutte le salite, dure e impervie che la vita non ti ha risparmiato. Ti ammiro, amica mia“.

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Tiberio Timperi commenta il post della Dalla Chiesa

L’ultima telefonata con il padre

In un momento di intima confessione, Rita racconta a Repubblica dell’ultimo diverbio con il padre. “Penso ancora a quel no, di pancia, detto a papà quando mi chiese di mandare mia figlia Giulia in Sicilia” racconta. “C’era rimasto male. La mandai invece dagli altri nonni, a Capri. E fu un bene, perché altrimenti avrebbero ucciso pure lei, i mafiosi non si sarebbero fatti alcuno scrupolo“.

Ma il ricordo dell’ultima telefonata con suo padre resta indelebile.Fu una chiamata inaspettata e liberatoria, perché non lo sentivo da Ferragosto, da quando avevamo litigato per le vacanze di Giulia. Papà telefonò alle 11, in redazione. Esordì: “Amore, come stai?”“.

I ricordi di Palermo

Oggi Rita ha deciso di mettere in vendita la casa di MondelloPrima arrivavo in Sicilia convinta che le cose stessero cambiando. E, in effetti, tante cose sono cambiate. Ma adesso sento come se ci fosse un freno a mano tirato, che fa in modo che non si vada avanti” dichiara la Dalla Chiesa Disillusa. “Eppure tanta gente continua a scendere in piazza per manifestare il desiderio di una Sicilia diversa“. Poi prosegue:” Vorrei tanto che ci fosse un cambiamento nella quotidianità. Di questo ha bisogno Palermo, perché mi fa male vedere mafiosi con cognomi antichi che fanno un summit in barca al largo di Mondello“.

Della Sicilia continua a conservare i ricordi più belli della sua infanzia. “Il 1967 fu l’anno più bello, in assoluto, della mia vita. Erano giorni leggeri, di mare e amici, tanti, a Mondello. Di corse in macchina a Monte Pellegrino. Di notti passate a ballare a Villa Boscogrande, ricordo ancora il profumo intenso del gelsomino. E papà che mi ripeteva: “Guarda che, se torni a casa tardi, poi non esci per una settimana”“. Il cartello vendesi infatti non è un addio: “Ho bisogno di un momento di distacco da questa città, una pausa di riflessione. Per questo ho deciso di vendere casa. Che non significa non tornare. Vuol dire non doverci tornare per forza. Verrò quando ne avrò voglia“.

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2019 14:19