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Cardito, parla la sorellina di Giuseppe: “L’avevo detto alle maestre”

Pubblicato: 30/09/2019 23:46

Sono state rese note alcune dichiarazioni della sorellina del piccolo Giuseppe, il bimbo ammazzato di botte dal compagno della madre, Tony Essoubti Badre, lo scorso 27 gennaio a Cardito, in provincia di Napoli. Le parole della bambina di 6 anni, più piccola di 1 anno rispetto a Giuseppe, metterebbero sotto accusa, ancora una volta, le insegnanti che avrebbero saputo dei maltrattamenti ma non avrebbero agito per impedirli. Oggi, è iniziato il processo contro Tony Essoubti Badre e Valentina Casa, la madre dei bambini.

Parla la sorellina di Giuseppe

Come riporta Adnkronos, le parole pronunciate dalla sorellina di Giuseppe sarebbero state riferite dal legale Clara Niola del Telefono Azzurro e dell’associazione Akira, parti civili nel processo contro Tony Essoubti Badre, il compagno 24enne di Valentina Casa, accusato di aver ucciso il bambino di 7 anni. La bambina avrebbe dichiarato: “Finalmente vado via da questa casa“.

Poi, avrebbe anche aggiunto: “L’avevo detto alle maestre, ma non mi hanno capito“. Sul comportamento delle maestre e delle presunte omissioni che avrebbero compiuto indaga la Procura di Napoli Nord in Aversa. Lo scorso gennaio, la bambina era stata portata in codice rosso all’ospedale Santobono di Napoli, aveva il volto tumefatto e il corpo pieno di contusioni. Anche lei, come Giuseppe, era stata travolta dalla furia del 24enne, ma, a differenza del fratellino, era scampata alla morte.

Il processo contro Tony e la madre dei bambini, Valentina

Oggi, si è aperto il processo contro Tony Essoubti Badre accusato di omicidio volontario aggravato per la morte del piccolo Giuseppe, di tentato omicidio della sorellina e di maltrattamenti anche sulla sorella maggiore dei 2 bambini. L’uomo aveva confessato di aver brutalmente picchiato i 2 piccoli.

Anche la madre dei bimbi, Valentina Casa, è accusata di comportamento omissivo e di aver indirettamente causato i maltrattamenti dei bambini e la morte del figlio. Inoltre, la donna di 30 anni non avrebbe agito per salvare il suo bambino, non avrebbe chiamato i soccorsi. Il legale Niola ha messo in luce come le dichiarazioni rese dalla sorellina di Giuseppe rappresentino “parole forti perché evidenziano tutte le atrocità di quei maltrattamenti subiti nel lungo periodo“.

Ultimo Aggiornamento: 30/09/2019 23:48