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Di Maio, l’addio di amici e nemici. Salvini: “Il governo è finito”

Pubblicato: 22/01/2020 22:35

Le dimissioni di Luigi Di Maio come capo politico del Movimento 5 Stelle segnano la fine di un’epoca: la sua. L’ascesa repentina dell’attivista di Pomigliano, diventato il più giovane vicepresidente della Camera e poi il più giovane ministro degli Esteri, sembra arrivata ad una brusca conclusione. Di Maio sconta l’emorragia di voti, crollati di 6 milioni da quando il Movimento è al governo, e l’incapacità di placare le correnti interne. Diverse sono le reazioni a quello che è un’addio in piena regola, anche se il ministro ha promesso che continuerà a credere nel Movimento e a servire gli italiani.

Meloni e Salvini attaccano: “Battute finali del governo”

Partendo dai nemici, non poteva mancare l’intervento di Matteo Salvini sulle dimissioni. Il leader della Lega non infierisce sull’ex collega viceministro, ma decreta la prossima fine del governo Conte II: “Di Maio abbandona la guida dei 5 Stelle al tracollo, Zingaretti annuncia lo scioglimento del PD, Renzi litiga con tutti. Il governo è finito“. Salvini si rivolge direttamente a Beppe Grillo, accusandolo dello sfracelo pentastellato avendo “tradito gli italiani” per tenersi le poltrone.

Gli fa eco Giorgia Meloni, sulla stessa linea: “Zingaretti tenta di nascondere il PD e Di Maio si dimette da capo politico del M5S: assistiamo alle battute finali di un governo fantoccio, nato nel Palazzo al solo scopo di non far decidere agli italiani da chi essere rappresentati. FDI non starà in silenzio: elezioni subito“. Sembra però improbabile che il governo possa crollare. Il successore Vito Crimi ha assicurato che non ci saranno cambiamenti per l’esecutivo, di cui comunque Di Maio non è mai stato un fan.

Il Movimento e gli alleati si congedano

Le pugnalate arrivano non solo dalle forze di opposizione, ma anche dal fronte interno. Luigi Di Maio nel suo discorso si toglie qualche sassolino: “I peggiori nemici sono all’interno. Sono quelli che lavorano non per il gruppo ma per la loro visibilità. Molti in questi mesi mi hanno accusato di esser stato troppo ingenuo: non mi sento tale ma preferisco passare per ingenuo che per un imbroglione. E personalmente continuo a pensarlo nonostante i tanti tradimenti“. Un duro j’accuse che potrebbe avere diversi bersagli: dai parlamentari che hanno abbandonato i gruppi del Movimento ad Alessandro Di Battista, che non ha proferito parola sulla questione, a parte un “Grazie Luigi” tirato fuori all’Adnkronos.

Più caldo invece l’abbraccio delle altre figure di spicco del Movimento, come Chiara Appendino. La sua città, Torino, ospiterà gli Stati generali a marzo, dove i pentastellati proveranno a superare la crisi. La sindaca è data per favorita nel totonomi dei successori, e potrebbe entrare nella dirigenza a fianco di Vito Crimi, nuovo capo politico, come riporta Sky Tg24.

Infine, non manca il congedo degli alleati del Partito Democratico, che non spendono troppe lacrime per il cambio di vertice nei colleghi di governo. I rapporti tra Di Maio e il nuovo esecutivo non sono stati esattamente idilliaci e ci sono state diverse provocazioni e veti verso i dem e contro lo stesso Giuseppe Conte. Una volta sbrigate le formalità e finite le strette di mano, spenti i riflettori su Di Maio, sembra calzante una celebre frase: “Dopotuttodomani è un altro giorno“.

Ultimo Aggiornamento: 22/01/2020 23:33