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Treno deragliato a Lodi, gli operai indagati negano tutte le accuse

Pubblicato: 09/02/2020 14:26

Proseguono le indagini per capire cosa sia effettivamente successo all’alba di venerdì mattina, quando il treno Frecciarossa Av9595 è deragliato causando la morte dei 2 macchinisti e ferendo altre 31 persone. La Procura ha iscritto 4 operai e 1 caposquadra al registro degli indagati. Si cerca di capire se la manutenzione è stata effettuata in modo corretto oppure ci sono responsabilità penali.

La ricostruzione dell’incidente

La Polfer sta eseguendo ricerche e analisi vicino a Ospitaletto Lodigiano, nel punto in cui la locomotiva del Frecciarossa è tragicamente uscito dai binari. I 2 macchinisti sono morti, altri passeggeri e personale di servizio hanno riportato ferite non gravissime, ma è doveroso far luce su eventuali responsabilità.
Dalle prime ricostruzioni è emerso che potrebbe essersi trattato di errore umano: invece di essere in posizione dritta, un deviatoio sarebbe stato rivolto verso il binario di servizio. Un elemento ritenuto fondamentale per il deragliamento del treno, che arrivava ad una velocità stimata di 300 kh/h.

Indagati i 5 operai della manutenzione

Per approfondire meglio la questione, la Procura ha aperto un’inchiesta e iscritto al registro degli indagati 4 dipendenti di Rfi e il caposquadra. Questi erano al lavoro su quello stesso scambio poche ore prima del drammatico incidente. Contro di loro, pesanti capi d’accusa: disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesioni multiple.
Per la Procura, infatti, l’incidente potrebbe essere dovuto ad una manutenzione effettuata “in modo non adeguato“. Ferrovie dello Stato ha escluso questa possibilità, ma nel mentre la polizia ha interrogato i diretti interessati dalle indagini.

Gli operai si difendono e rigettano le accuse

Secondo quanto riportato da numerose fonti, sono finiti nel cuore della notte gli interrogatori ai 5 operai indicati come possibili responsabili del disastro ferroviario di Lodi. Interrogatori doverosi, per ricostruire quanto accaduto poco prima del deragliamento.
Si apprende tuttavia che gli operai avrebbero negato tutte le accuse e al pm Giulia Aragno e alla PolFer avrebbero tutti confermato di aver lasciato lo scambio dritto. Gli stessi avrebbero lavorato tutta la notte senza risolvere il problema, ma asseriscono di non averlo lasciato in posizione sbagliata e soprattutto che fosse fuori dal sistema automatizzato.

Il problema è che a fallire sarebbero stati anche i sistemi di sicurezza, che non avrebbero indicato il deviatoio oleodinamico aperto, causando così il terribile incidente. Spetterà ai prossimi accertamenti tecnici chiarire meglio la questione.