Vai al contenuto

Coronavirus, il bollettino della Protezione Civile: in Italia 70.065 positivi

Pubblicato: 28/03/2020 18:42

Come ogni giorno, la Protezione Civile ci fornisce l’aggiornamento sull’emergenza coronavirus in Italia. Il dibattito sulla diffusione dei dati quotidianamente e la sua utilità è stata recentemente messa in dubbio. In primis dal sindaco Beppe Sala, ma anche la virologa Maria Rita Gismondo ha sollevato obiezioni sulla validità di alcuni dati.

Il bilancio del 28 marzo

A tenere la conferenza stampa della Protezione Civile è tornato Angelo Borrelli, risultato negativo al tampone dopo aver manifestato sintomi influenzali. I dati di oggi riportano 70.065 persone positive (+3651 pazienti rispetto a ieri) di cui 3.856 sono in Terapia Intensiva, 26.676 ricoverati con sintomi, tutti gli altri 39.533 (56%) sono in isolamento senza sintomi. Oggi registriamo 889 nuovi deceduti e il totale dei guariti è di 12.334 (+1434 persone guarite in più). I casi totali in Italia sono 92.472 e i decessi hanno purtroppo superato le 10mila unità.

https://www.facebook.com/DPCgov/videos/523220208384090/

I pazienti trasferiti in Germania

Per le attività coordinate dalla Protezione Civile, ad oggi c’è stato il trasferimento di 82 pazienti dalla Lombardia. Questa mattina c’è stato un trasferimento di massa, 6 pazienti sono stati trasferiti con un volo dell’aviazione tedesca da Bergamo all’ospedale di Colonio. “Voglio ringraziale la Repubblica tedesca per aver messo a disposizione un numero cospicuo di posti in Rianimazione, questo è segno di una grande solidarietà“, ha dichiarato Borrelli.

Gli sforzi della popolazione

Il capo della Protezione Civile mette in luce anche il grande numero di volontari che fanno assistenza alla popolazione, arrivati a 11.636, e che continuano a crescere. “Questo per evidenziare la grande solidarietà dei nostri concittadini che fanno parte della associazioni di volontariato“, commenta Borrelli.

Le donazioni raccolte sono 61 milioni di euro e ne sono stati già spesi 7 milioni per l’acquisto di mascherine chirurgiche e una parte sono stati usati per l’acquisto di più di 400 respiratori polmonari da parte del commissario Arcuri.

Le misure drastiche necessarie

Borrelli spiega anche come la quarantena e le altre misure adottate siano state indispensabili per contenere l’epidemia. “Se non ci fossero state misure drastiche avremmo ben altri numeri. Le nostre strutture strutture sanitarie sarebbero in una situazione ben più drammatica“, ha dichiarato, “Noi ci saremmo trovati in una situazione insostenibile, ricordo che nel resto del mondo le misure che abbiamo adottato sono prese d’esempio e vengono replicate“.

Riguardo alle dichiarazioni di Matteo Renzi sulla necessità di riaprire l’Italia, Borrelli è cauto. “Credo che ci debba essere un’attenta riflessione, il Paese è fermo e l’esigenza di assicurare un minimo di operatività c’è“, spiega, “Ma è presto, siamo in prossimità del DPCM che dovrà uscire e il governo adotterà misure in base al comitato tecnico-scientifico, tenendo conto dell’esigenza di garantire misure proporzionate“.

La situazione in Lombardia

L’assessore al Welfare Giulio Gallera aggiorna sulla situazione nella Regione più colpita dal COVID-19. I dati “sono migliori rispetto a ieri“, ma alcuni rimangono “dolorosi“: i positivi sono 39.415, mentre i ricoverati sono 11.152, “solo 15 in più di ieri“. I numeri hanno un valore relativo, ma “sono dati. Siamo a 9mila dimessi, tanta gente che fortunatamente guarisce“. Purtroppo, “il numero delle persone decedute è in linea con quello di ieri“, 5.944 le vittime in Lombardia.

Il chiarimento sui tamponi

Gallera interviene anche sulla questione dei tamponi: “Noi abbiamo sempre detto che ci affidiamo alla scienza, le decisioni vengono assunte dai comitati scientifici. Dobbiamo avere un punto di riferimento scientifico. Il Consiglio Superiore della Sanità esce con una linea guida che dice che i tamponi vanno fatti solo ai sintomatici, quindi febbre e difficoltà respiratorie. Questa posizione è stata ribadita dall’OMS che ha detto pochi giorni fa ‘Tamponi solo a fasce mirate, gli screening di massa sarebbero inappropriati“.

La scienza dice che non devono essere fatti tamponi a tutti“, spiega Gallera, che comunque espone i miglioramenti fatti nell’analisi. La Regione Lombardia, comunque, “non ha mai pensato di fare tamponi a tappeto perché dobbiamo attenerci a quello che gli scienziati ci indicano“.

https://www.facebook.com/giuliogallera/videos/2568710603343166/