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Coronavirus: la ricerca sugli asintomatici positivi dalla Cina all’Italia

Pubblicato: 15/04/2020 21:18

Il Coronavirus è un nemico invisibile non solo per la vista, ma anche per le sintomatologie. Una recente ricerca ha infatti dimostrato il preoccupante quadro di chi diffonde il virus perché asintomatico, privo dunque dei sintomi tipici dell’influenza, quali la tosse, la febbre alta e problemi respiratori.

L’influenza negativa degli asintomatici

Sul Bmj (British Medical Journal) è stata pubblicata una ricerca relativa al ruolo dei casi asintomatici nella diffusione del Covid-19: “Circa 4 infezioni da Coronavirus su 5 non hanno riscontrato alcun sintomo– si legge sulla rivista scientifica, che riporta i dati della Cina – Molti esperti ritengono che casi inosservati e asintomatici di infezione da Coronavirus possano essere un’importante fonte di contagio“.

Sulla questione si è espresso l’epidemiologo Tom Jefferson del Center for Evidence-Based Medicine dell’Università di Oxford: “Non è chiaro come siano stati identificati questi casi. Ma diciamo solo che sono generalizzabili. E anche se sono fuori del 10%, questo suggerisce che il virus è ovunque“. Zhong Nanshan, consigliere medico del governo cinese, ha inoltre dichiarato che se gli asintomatici fossero rimasti in isolamento per 14 giorni non ci sarebbe stata una diffusione del virus di tale portata.

Numeri dell’OMS e casi studio

A febbraio l’Organizzazione Mondiale della Sanità credeva che i casi degli asintomatici fossero rari, ma si è dovuta ricredere alla luce dei dati attuali. Il 1 aprile la Commissione Nazionale cinese per la Salute ha dichiarato che un totale di 130 su 166 nuove infezioni (78%) erano asintomatiche; non solo, il South China Morning Post ha affermato che la Cina aveva già riscontrato oltre 43.000 casi di infezione asintomatica.

Tra i ricercatori internazionali, è emerso il nome di un italiano, Sergio Romagnani, professore di immunologia clinica all’Università di Firenze: Romagnani ha condotto una ricerca sui 3.000 abitanti di Vo’ Euganeo, tramite la quale ha scoperto che separando i sintomatici dagli asintomatici vi era una riduzione pari al 90%: con l’isolamento dei soggetti infettati il numero totale dei malati è calato da 88 a 7 nel giro di 7-10 giorni. Si conferma quindi che l’isolamento sia una valida arma contro il virus.