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Coronavirus, il paziente 1 di Codogno: “Ero a un passo dalla morte”

Pubblicato: 21/04/2020 11:49

La storia di Mattia, il “paziente 1” di Codogno, è diventata simbolo di speranza nella lotta al Coronavirus. La cosa più bella è tornare a respirare“, aveva detto dopo il risveglio dal coma in cui, racconta ora a Repubblica, dice di essersi trovato a un passo dalla morte prima di riprendere in mano la sua vita.

Il racconto di Mattia, “paziente 1” di Codogno

Mattia ha 38 anni e ha da poco vinto la sua battaglia contro il Coronavirus. Ai primi di marzo i segnali di una ripresa che hanno restituito speranza alla famiglia e all’Italia intera, dopo notizie sconfortanti sulle sue condizioni dopo il ricovero.

Quello del “paziente 1” di Codogno è stato un lento ritorno alla vita, che lui stesso ha iniziato a raccontare attraverso un’intervista ai microfoni di Repubblica dopo essere stato dimesso.

La pandemia mi ha trasformato in un simbolo in Europa“, ha dichiarato al quotidiano, sottolineando come i suoi mesi di battaglia contro il Covid-19 siano stati “sconvolgenti, molto più che inimmaginabili, altro che un film“.

“All’improvviso mi sono ammalato, sono arrivato ad un passo dalla morte e sono risorto“, ha aggiunto descrivendo il momento più buio della sua esistenza.

Anche la moglie, all’epoca incinta, era stata contagiata, così come la madre ed entrambe sono guarite. Non è stato così per suo padre, morto a 62 anni nel marzo scorso.

Mattia ha toccato con mano il terribile percorso che è stato sorte di tantissimi altri, ed è riuscito a tornare a galla giusto in tempo per assaporare la gioia immensa di diventare papà. Pochi giorni fa, infatti, è nata Giulia, prima figlia del 38enne e della moglie Valentina.

A un passo dalla morte, sono risorto

Nel corso del suo racconto al quotidiano, il 38enne ha parlato della sua esperienza e del coma, di quando avrebbe avvertito la percezione che quella fosse “l’anticamera della morte“.

Ed è proprio a un passo dalla fine, secondo quanto lui stesso ha descritto, che sarebbe in qualche modo “risorto” dopo 20 interminabili giorni di guerra nel suo letto d’ospedale a Pavia: “Ho perso conoscenza a Codogno“, ha raccontato, spiegando di essere svenuto e di non ricordare molto. “Ho imparato a resistere – ha dichiarato Mattia – e a credere nella differenza tra fiducia e utopia, a considerare essenziale ogni istante di normalità“.