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Reddito di cittadinanza: si parla di una riforma a maggio

Pubblicato: 07/05/2020 13:25

Nei giorni scorsi il Ministro dell’Economia Gualtieri si era detto fiducioso riguardo l’ormai prossima attuazione dei provvedimenti finanziari contenuti nel “decreto maggio”, in corso di negoziazione da aprile, ed inteso a fornire aiuti economici ad aziende e famiglie in difficoltà. Il viceministro Misiani, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha dichiarato che “se tutto andrà per il verso giusto”, il decreto sarà approvato entro questa settimana.

Si attende l’aggiornamento del “Temporary framework”

L’ultimo passo necessario per l’approvazione del decreto è l’aggiornamento, da parte della Commissione europea, del “Temporary framework” sugli aiuti di Stato in tempi di Covid-19: un passaggio che Misiani considera “determinante, perché potrebbe aiutarci a migliorare i provvedimenti, per esempio sul fronte della liquidità con la durata massima dei prestiti, che oggi non può andare oltre sei anni e che, se la commissione lo concederà, si potrà allungare”.

Serve una riforma del reddito di cittadinanza

Tra le proposte sul tavolo, un Reddito d’emergenza, una misura d’aiuto temporanea e legata alla situazione attuale: a questo proposito Misiani ha dichiarato che si è raggiunto un accordo riguardo “uno strumento per le famiglie che non hanno avuto accesso ad alcun aiuto”. Ancora oggetto di discussione il modo in cui verrà configurato.

Discorso diverso per quanto riguarda il Reddito di cittadinanza, strumento che, secondo il viceministro, andrebbe riformato per fronteggiare strutturalmente l’aumento della povertà: “Serve uno strumento più reattivo. Dobbiamo accrescere il ruolo dei comuni, che sono capaci di intercettare più velocemente i bisogni”. Tra le altre modifiche da apportare, anche la correzione di “alcune disfunzioni come la scala di equivalenza che oggi penalizza le famiglie numerose”.

Sostegni a fondo perduto

In merito alle misure in favore delle aziende e del loro salvataggio pubblico, Misiani annuncia che saranno presi provvedimenti per la ripatrimonializzazione, ma che lo Stato dovrà fungere da aiuto “temporaneo e non invasivo”, aggiungendo che “per rilanciare lo sviluppo sostenibile serve uno Stato investitore paziente, non certo il salvataggio di aziende decotte coi soldi dei contribuenti”. Possibilità anche di sostegni a fondo perduto, riguardo ai quali il governo sta valutando interventi di “ristoro di affitti e bollette e in relazione alla perdita di fatturato” che “potranno prendere forma di indennizzi cash o di parziale sconto delle tasse finora sospese”.

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