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Silvia Romano, i soldi del riscatto serviranno per finanziare la jihad?

Pubblicato: 12/05/2020 23:02

Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio è intervenuto sulla questione che sta alimentando polemiche e beceri insulti nei confronti di Silvia Romano, la cooperante rapita e liberata nei giorni scorsi. Si è parlato di milioni di riscatto per liberarla da al-Shabaab, ma Di Maio ha smentito tutto.

La polemica sul riscatto di Silvia Romano

Sin dal momento della sua liberazione, si è rincorsa la voce che per Silvia Romano l’Italia avrebbe pagato un riscatto. Da qui, numerose polemiche e attacchi social, che hanno peraltro portato ad un’indagine per minacce aggravate. 4 milioni, quindi 1,5: tante le voci, alimentate anche da un’intervista resa a Repubblica dal portavoce del gruppo terrorista Ali Dehere. Al quotidiano, avrebbe dichiarato infatti che i soldi del riscatto di Silvia Romano sarebbero serviti per finanziare la jihad. I soldi del riscatto “serviranno in parte ad acquistare armi, di cui abbiamo sempre più bisogno per portare avanti la jihad, la nostra guerra santa“, spiega nell’intervista. “Il resto servirà a gestire il Paese: a pagare le scuole, a comprare il cibo e le medicine che distribuiamo al nostro popolo, a formare i poliziotti che mantengono l’ordine e fanno rispettare le leggi del Corano“, riporta AdnKronos.

C’è quindi chi si indigna per la cifra dei quattro milioni, che sarebbe pagata dagli italiani (per quanto, matematica alla mano, si tratterebbe di molti meno di 50 centesimi a testa, in questo caso); ma critiche arrivano anche da chi teme che il riscatto potrebbe favorire attentati e finanziare appunto il terrorismo nella zona somala.

Al Shabaab smentisce l’intervista a La Repubblica

AGGIORNAMENTOSomaliMemo, sito d’informazione che il gruppo terroristico usa come canale di comunicazione, avrebbe riportato la smentita di al Shabaab in merito all’intervista ad Ali Dhere. “Non c’è stata nessuna intervista del portavoce con nessun media sul caso Romano“, sarebbe la dichiarazione degli integralisti, che hanno dichiarato come l’intervista riportata da La Repubblica sia una “fake news“.

Interviene Di Maio, negato ogni riscatto

Il tema quindi è caldo ed è inevitabile che la domanda venisse posta anche al Ministro Luigi Di Maio. Così è stato a Fuori dal Coro, su Rete 4. Qui, il Ministro avrebbe però dichiarato che “A me non risultano riscatti. Altrimenti dovrei dirlo”. Per Silvia Romano, che ora si farebbe chiamare Aisha dopo la conversione all’Islam, quindi non sarebbe stato pagato nulla.

Di Maio, nella stessa occasione, si domanda “perché la parola di un terrorista che viene intervistato vale più di quella dello Stato italiano”. I meriti quindi sarebbero solo della nostra intelligence – assieme a quella turca stando alle ricostruzioni: ”C’è gente che ha rischiato la vita per andare a prenderla in Somalia e riportarla a casa”.

Numerose fonti riportano poi le stesse parole in sostanza anche per il Ministro Speranza, sentito su La7 a Di Martedì: “Non ho notizie del pagamento di un riscatto. So che per un anno e mezzo una ragazza italiana è stata in mano ai terroristi e oggi può abbracciare la sua famiglia“.

Abbassare i riflettori su Silvia Romano

Guardando alla folla di giornalisti radunata fuori da casa di Silvia Romano solo ieri – in apertissima violazione delle norme di distanziamento anti Coronavirus – viene da pensare che l’appello di Di Maio andrà vano. Il Ministro tuttavia ha chiesto che vengano abbassati i riflettori su Silvia Romano, per ”consegnarla all’amore della sua famiglia”.

Stesso discorso per le dichiarazioni sulla conversione spontanea all’Islam, “cose dichiarate al magistrato nemmeno 24 ore dopo che le nostre forze l’avevano prelevata e portata alla nostra ambasciata“. Sul tema si sono espressi duramente anche i genitori. La madre ha infatti detto: “Provate a mandare un vostro parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito.

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2020 17:15