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Ciro e Maria Paola di Caivano: di chi è la colpa di questo omicidio

Pubblicato: 29/09/2020 11:42

Ci sono alcune storie che restano più di altre nella testa e nel cuore. Ci sono storie che, anche se non vissute in prima persona, feriscono e fanno male. E ci sono storie semplici, talmente tanto che non si riescono a capire.

La storia di Maria Paola e Ciro di Caivano per me è una di queste.

La libertà di essere diverso

In tanti siamo bravi a sostenere la libertà del cuore e a sfoggiare retaggi di filosofia sull’amore profondo. Ma poi, spesso, mettiamo le briglie a questa libertà e imponiamo confini sulle persone di cui è bene innamorarsi e di quelle che bene non è.

Giudichiamo, spesso, e puntiamo il dito nei confronti di chi non rispetta le regole che abbiamo imposto a noi stessi, in un delirio di normalità apparente.

E soprattutto, quando allo scalpitare del cuore si accompagna la diversità non siamo più così bravi a inneggiare alla libertà.

Da cronaca rosa a cronaca nera

Una storia semplice, e difficile da capire: due persone che si amano e che vogliono stare insieme. Punto. E si potrebbe scrivere la parola fine, quasi fosse una commedia romantica americana. E invece commedia non è. E neppure romantica. Una diversità vissuta più forte dell’amore per una figlia e per una sorella. Una vergogna non più sopportabile. Una situazione, frutto non solo di dinamiche familiari, ma di contesti sociali diffusi, che andava rimessa a posto.

Per cercare di capire quello che la rabbia e la delusione offusca, ho chiesto aiuto al Prof. Fabrizio Quattrini, psicoterapeuta e sessuologo clinico, Presidente dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica e vice presidente del Comitato “LoveGiver”.

Diversità, differenze e normalità

Cosa spinge una famiglia a perseguitare la propria figlia per una diversità?

“Sembra strano che ancora oggi ci siano famiglie che non riescano ad accettare la diversità. Diversità intesa non come aspetto negativo, quanto come caratteristica di una differenza, che è presente in tutte le persone.

La cosa drammatica è che se questa differenza riguarda qualcosa che non viene riconosciuto a livello sociale come “normale” e viene visto come atipico, la situazione possa prendere una direzione, a volte, anche particolarmente tragica, come è successo nella storia di Caivano.”

La paura del giudizio degli altri

“Cosa nello specifico spinge la famiglia a non accettare è la paura anche di essere giudicati dagli altri. Proprio quella atipicità potrebbe portare la famiglia ad una conflittualità costante con il mondo, non riuscendo a gestire quello che diventa a tutti i livelli un’onta.

Chiaramente l’aspetto drammatico acquista un significato più radicale quando tutto questo atipico, non convenzionale e diverso ha a che fare con la sessualità. Lì prende una strada assolutamente dirompente e devastante, perché ancora oggi probabilmente esiste il tabù della sessualità e una scarsa educazione della stessa.

Rispetto alla famiglia che crea una situazione come quella successa a Caivano, col fratello che sperona la sorella perché stava con una persona trasgender, è la classica situazione dell’ignoranza. Dove gli individui vanno avanti per compartimenti stagni e per quello che riguarda la sessualità tutto deve andare in una certa direzione, e nonostante siamo nel 2020, sembra assurdo, ma queste tragedie sono lo specchio di una società che fatica a cambiare.

Il diverso da sé: una dimensione pericolosa

Perché ancora oggi le scelte intime hanno un ruolo così importante e spesso non si accettano?

“Il fatto che ancora oggi non si accetta è sicuramente il risultato di un’ignoranza. Tutto ciò che è ignoto diventa assolutamente pericoloso. Soprattutto se ha a che fare con la sessualità.

È un tabù pesante da gestire e sembra assurdo, ma in alcuni luoghi e in alcune persone diventa particolarmente gravoso.

Se le persone non riescono ad accettare l’altro diverso da sé diventa una dimensione pericolosa legata al non voler capire e al non voler conoscere, un nascondere dietro ad un dito anche quando poi le situazioni rimandano a tutt’altro”.

La legge in Italia

A che punto siamo in Italia?

“Mi auguro ad un punto di vero cambiamento. È di metà luglio il testo dell’onorevole Zan, un testo unificato anti omotransfobia e che sottolinea alcune caratteristiche importanti, che vanno ad identificare soprattutto le terminologie, che diventano fondamentali, perché il crimine fatto con rabbia e con tutti gli elementi che sottolineano la violenza, un tempo era basato solo sul genere, per cui femminile- maschile, soprattutto femminili. Oggi, questa si dovrebbe estendere anche all’orientamento sessuale e anche all’identità di genere, per cui a quello che riguarda i transgender.

Questa è dove siamo arrivati oggi in Italia. A mio avviso molto tardi. Ancora non c’è una legge definitiva, però l’onorevole Zan ora e Scalfarotto prima hanno permesso nuove aperture rispetto alla violenza nei confronti di persone omosessuali e transgender e ci si augura che a breve questo diventi legge: un reato che punisca persone che per ignoranza creano devastazione e morte, che umanamente non ha nessun tipo di significato”.

L’emotività del diverso

Come vive psicologicamente una persona quando si rende conto che è diversa dallo stereotipo diffuso?

“In primis vive un isolamento. Spesso le persone ricordano dei momenti dell’infanzia dove la diversità, il sentirsi non in linea con lo stereotipo del contesto di riferimento sociale rimandava al sentirsi una mosca bianca.

Un aspetto terribile e terrifico perché invade anche gli aspetti di relazione e di concessione dello stare con gli altri in maniera serena.

Da questo aspetto si manifestano comportamenti diversi in base anche alle caratteristiche di personalità”.

La depressione e l’isolamento

“Una persona più fragile potrebbe cadere più facilmente in situazioni emotivamente di tipo depressive o di isolamento, di chiusura, di allontanamento e a volte anche di suicidio”.

La scelta del coming out

“Se la persona è combattiva e cerca di affrontare quello che non capisce in quel momento può portare ad affermare se stesso fino al raggiungimento del coming out, uscire allo scoperto, dove tutti quegli aspetti che in passato erano particolarmente pesanti si rivelano particolarmente funzionali e costruttivi per il suo percorso di crescita e di vita”.