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Stefano Cucchi, al processo d’appello chieste pene più severe per i Carabinieri

Pubblicato: 15/01/2021 15:46

Nel corso del processo d’appello sull’omicidio di Stefano Cucchi, sono state avanzate le richieste della Procura nei confronti dei 2 carabinieri già condannati in primo grado, Alessio di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. Al contempo, è stata richiesta l’assoluzione per il Carabiniere che ha rotto il silenzio sulla morte del geometra romano.

Processo Cucchi, chiesti 13 anni per i Carabinieri

Nel corso del processo di primo grado rinominato Cucchi-bis, i Carabinieri Di Bernardo e D’Alessandro erano stati condannati a 12 anni di prigione per omicidio preterintenzionale. Il tutto accadeva a novembre del 2019, una data a suo modo storica per la storia del processo che coinvolge vari gradi dell’Arma dei Carabinieri e arrivata 10 anni dopo la morte di Stefano Cucchi. Nelle aule della Corte d’Assise d’Appello di Roma, il Procuratore Generale Roberto Cavallone ha presentato ora le sue richieste di condanna per la seconda fase del processo.

Le fonti riferiscono che il Pg ha chiesto che venga inasprita la pena per i Carabinieri ritenuti responsabili del pestaggio e della conseguente morte di Cucchi. Per Di Bernardo e D’Alessandro sono stati chiesti 13 anni di reclusione, con in più le aggravanti inizialmente tenute fuori dalla sentenza in primo grado. Contestualmente, sono stati chiesti anche 4 anni e 6 mesi per il comandante Mandorlini, 8 mesi in più di quanto sentenziato nel 2019.

Chiesta l’assoluzione per Francesco Tedesco

La richiesta che sorprende di più è quella relativa a Francesco Tedesco, il militare che ha rotto il silenzio su quanto successo la notte del 22 ottobre 2009 e che con la sua testimonianza ha permesso di arrivare a questo giorno. Tedesco tuttavia non era rimasto impunito, per gli anni di silenzio: la sentenza di primo grado lo aveva condannato a 2 anni e 6 mesi per falso e calunnia. Ora, il pg Cavallone ha chiesto l’assoluzione per Francesco Tedesco, perchè il fatto non costituirebbe reato.

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La reazione di Ilaria Cucchi

A commentare le richieste dell’accusa è stata ancora Ilaria Cucchi, la sorella del geometra simbolo della battaglia della famiglia per ottenere verità. Secondo quanto riporta RaiNews24, apprese le richieste di condanna del Pg, avrebbe detto: “Oggi è stata un giornata molto emozionante, commovente“. poi ha aggiunto: “Ripenso a Stefano, agli ultimi giorni della sua vita, alla sua sofferenza, alla maniera in cui è stato lasciato solo. Forse mai avrebbe potuto immaginare che un giorno, a distanza di più di 11 anni, sarebbero state dette delle parole per chiedere che venisse fatta giustizia fino in fondo per la sua morte“.

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Le parole del Pg sulla morte di Cucchi

Come riportano le fonti, anche in questo processo è stata ribadita, da parte della Procura, una verità che giorno dopo giorno sembra cristallizzarsi sempre più: “Lo hanno massacrato di botte“. Cavallone avrebbe poi aggiunto: “Se siete in grado di dire che senza quel pestaggio Cucchi non sarebbe morto, allora il reato di omicidio preterintenzionale non c’è. Ma io non credo che siate in grado di dirlo“.

Per il Procuratore Generale, “In questa storia hanno perso tutti: Stefano, la sua famiglia, lo Stato” e “Nessuno ha fatto una bella figura. Stefano Cucchi quel giorno doveva andare in ospedale e non in carcere“.