Si chiamava Piera Napoli, aveva 32 anni e tre bambini. L’hanno trovata priva di vita in casa sua, riversa nella vasca da bagno il corpo martoriato da diverse ferite da arma da taglio. Piera viveva a Palermo dove era abbastanza conosciuta, aveva realizzato il suo sogno, quello di essere una cantante neomelodica, ora di lei resteranno soltanto i video delle sue esibizioni.
Piera è la terza donna uccisa a distanza di poche ore, prima di lei una donna di 46 anni è stata ritrovata priva di vita in casa sua a Faenza, sul collo profonde ferite d’arma da taglio. Nella giornata di domenica invece, una donna di 47 anni è stata inseguita e accoltellata su una strada provinciale nei pressi di Milano.
Piera Napoli: uccisa in casa sua
Ad uccidere Piera Napoli sarebbe stato l’ex marito, Salvatore Baglione, di 37 anni. L’uomo si sarebbe presentato in caserma dai carabinieri della stazione Uditore per confessare l’accaduto. Sul caso di Piera Napoli indagano i carabinieri della Compagnia di San Lorenzo che, durante le perquisizioni, pare abbiano sequestrato un grosso coltello da cucina ritrovato nella casa.
L’uomo si troverebbe ancora in caserma, poche ore prima dell’omicidio avrebbe pubblicato sul suo profilo Facebook una foto con sopra la scritta: “Il rispetto è una bella cosa, ma non tutti ne conoscono il significato”.
Il dolore della famiglia
La morte di Piera Napoli ha sconvolto la famiglia, il padre, riferisce TgCom24, ha raccontato delle difficoltà che la donna viveva con il marito, lasciato un mese fa: “Mia figlia restava ancora in quella casa per i bambini”.
Tutti si sono stretti alla famiglia anche Piero Sala, discografico che si occupava della carriera di Piera: “Era una ragazza semplice e solare.
Una persona veramente per bene, sono distrutto”, ha scritto su Facebook.
Quello di Piera Napoli è il terzo femminicidio avvenuto a distanza di pochi giorni, l’ultima di una settimana terribile iniziata con la morte di Roberta Siragusa, per passare alla morte della giovane mamma e del suo bambino a Carmagnola, arrivando alle altre due donne uccise a Faenza e Milano.
Una cupa e sanguinosa costante che deve essere spezzata. Ancora una volta, a farne le spese, non sono solo le donne, ma anche i loro figli uccisi insieme a loro oppure condannati ad una sorte ben peggiore: crescere senza la propria mamma.