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Rousseau stacca la spina al Movimento 5 Stelle, Davide Casaleggio: “Debiti non saldati”, e volano i coltelli

Pubblicato: 23/04/2021 21:28

Quello tra Rousseau e il Movimento 5 Stelle è stato un addio lungo, che ha visto finalmente la separazione definitiva dopo molti veleni e recriminazioni. Davide Casaleggio non nasconde l’amarezza per i debiti non saldati, circa 450mila euro, che i parlamentari pentastellati non avrebbero versato alla piattaforma.

La democrazia diretta si infrange dunque su mere questioni di soldi. Il figlio di Gianroberto Casaleggio, cofondatore del Movimento 5 Stelle, toglie dall’equazione quel Rousseau che sembrava essere pilastro necessario per la visione pentastellata, lasciando la strada spianata al caos di una forza politica allo sbaraglio.

Rousseau, l’addio al Movimento 5 Stelle

La fine del sodalizio tra Rousseau e il Movimento 5 Stelle viene sancito sul Blog delle Stelle. Nel post si definisce la scelta “dolorosa, ma inevitabile“, spiegando che ci sono stati “15 mesi” in cui da parte dell’azienda di Davide Casaleggio c’è stata ogni sollecitazione per “la risoluzione delle criticità“.

Per 8 lunghi mesi abbiamo richiesto più volte di condividere un progetto comune con responsabilità e perimetri ben definiti dei ruoli reciproci e abbiamo proposto concretamente un accordo di partnership per rafforzare e chiarire il legame tra Rousseau e il Movimento così come indicato dagli iscritti attraverso il voto“, continua il post. Sforzi che sarebbero caduti nel vuoto, e a mancare sarebbero stati “rispetto e assunzione di responsabilità da ambo le parti“.

Casaleggio, dipendenti di Rousseau in cassa integrazione

La questione riguarderebbe il vil denaro: “A fronte dell’enorme mole di debiti cumulati dal Movimento 5 Stelle nei confronti dell’Associazione Rousseau e della decisione di chi ritiene di essere il gruppo dirigente del Movimento di impartire ai portavoce un invito diretto a violare espressamente lo Statuto stesso del Movimento, omettendo di versare, già dal mese di aprile, il contributo stabilito per i servizi erogati, questa mattina abbiamo dovuto comunicare a tutto il personale di Rousseau che siamo costretti ad avviare le procedure per la cassa integrazione“.

Il post di Rousseau
Il post di Rousseau

L’impresa di Davide Casaleggio non sarebbe in grado di pagare il “personale che lavora quotidianamente ai 19 servizi” di cui il Movimento 5 Stelle usufruirebbe. Rousseau, si legge, ammette che “la situazione è difficile e ci lascia ingiustamente sulle spalle un peso enorme, ma la nostra missione non si fermerà“.

Il Movimento 5 Stelle e il “nuovo progetto politico”

A stretto giro, e sempre tramite social, arriva la replica del Movimento 5 Stelle che assicura come la “democrazia diretta, la partecipazione, il coinvolgimento degli iscritti nelle decisioni non dipendono dal singolo strumento utilizzato ma dalla volontà del Movimento 5 Stelle di affidarsi alla democrazia diretta“.

A questo proposito si starebbe dotando di altri “strumenti digitali” nell’annunciato “nuovo progetto politico in corso di definizione“. A pesare sono i dati che Rousseau ancora conserva sul Movimento, tra cui l’elenco degli iscritti di cui la forza politica ha chiesto la restituzione.

Il post del Movimento 5 Stelle
Il post del Movimento 5 Stelle

L’evoluzione bloccata del Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle naviga in acque agitate. Il subentro di Giuseppe Conte è congelato dai dissidi interni e i retroscena raccontano di un Luigi Di Maio interventista, che non vedrebbe benissimo l’asse in costruzione con il PD di Enrico Letta.

L’alleanza dovrebbe essere sancita dalle amministrative di ottobre, ma già su Milano il deputato Stefano Buffagni ha bocciato l’idea di sostenere Beppe Sala. Non il massimo per il dialogo tra i partiti politici, alleati all’interno del governo in contrapposizione al fronte di Lega, Forza Italia e Italia Viva.

Le grane di Beppe Grillo

A pesare anche le recenti dichiarazioni di Beppe Grillo sul processo per violenza sessuale di gruppo riguardante il figlio Ciro, che ha creato malumori e imbarazzi a livello politico. Tanto da essere arrivato il richiamo della ministra della Giustizia Marta Cartabia nei riguardi della sottosegretaria pentastellata Anna Macina.

La 5 Stelle, in un’intervista a Il Corriere, ha insinuato che l’avvocata e deputata della Lega Giulia Bongiorno, che difende la presunta vittima, avrebbe mostrato a Matteo Salvini il video su cui si basano le dichiarazioni di Grillo. Un clima incandescente che fa presagire scossoni anche nella maggioranza di governo, per il momento impermeabile alla tempesta 5 Stelle.