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Yara, Bossetti attende sull’esame dei reperti: la prova regina del Dna “unica traccia effettivamente esaurita”

Pubblicato: 20/05/2021 10:12

Nel carcere di Bollate in cui è detenuto per l’omicidio di Yara Gambirasio, Massimo Bossetti attende la decisione del giudice della Corte d’assise di Bergamo sulla richiesta di esaminare alcuni campioni di Dna che, secondo la difesa, potrebbero portare a una revisione del processo. Analisi che non comprenderebbero la famosa “traccia 31 G20”, ritenuta “prova regina” dell’impianto accusatorio che lo ha portato alla condanna definitiva all’ergastolo per la morte della 13enne di Brembate di Sopra: quella sarebbe l’unica traccia effettivamente esaurita, come riporta Ansa citando le parole degli avvocati dell’uomo, Claudio Salvagni e Paolo Camporini.

Yara Gambirasio: traccia regina del Dna “effettivamente esaurita”

La traccia 31 G20, ‘prova regina’ nel processo che ha portato il muratore di Mapello all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasioè forse l’unica traccia che è effettivamente esaurita, stando alle dichiarazioni dei consulenti di allora“. Questo quanto avrebbero detto i legali dell’uomo, riporta Ansa, che hanno chiesto comunque di poter esaminare tutti gli altri reperti del caso alla ricerca di nuovi elementi per una eventuale revisione.

Reperti che la Procura, secondo quanto emerso, avrebbe definito “scartini“, “di secondaria o nulla importanza” e quindi irrilevanti per la posizione di Bossetti.

La richiesta di un nuovo esame del Dna è centrale nel lavoro della difesa, che ora aspetta la decisione della Corte d’assise di Bergamo su uno dei punti cruciali della battaglia contro l’accusa. I giudici si sono riservati di decidere.

Yara, Massimo Bossetti: “Ripristinare la legalità

Gli avvocati di Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, avrebbero parlato di “confronto acceso” nell’aula in cui ieri, a porte chiuse davanti ai giudici della Corte d’assise di Bergamo, si è tenuta l’udienza più attesa dopo la condanna definitiva.

Massimo Bossetti, riporta ancora l’Ansa, chiede che “sia prima di tutto ripristinata la legalità“. Lo avrebbe dichiarato uno dei suoi avvocati, Paolo Camporini, all’arrivo in tribunale per discutere la richiesta di accesso ai reperti del caso (almeno 98, tra cui 54 campioni di Dna acquisiti durante l’inchiesta che ha portato alla condanna del muratore di Mapello, per l’accusa “Ignoto 1”).

Yara Gambirasio era scomparsa da Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, il 26 novembre 2010. 3 mesi più tardi, il ritrovamento del suo corpo in un campo a Chignolo d’Isola, e nel 2014 l’arresto di Bossetti, ritenuto in via definitiva l’autore del delitto.