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Ciro Grillo: udienza rinviata al 26 novembre. Bongiorno sulla presunta vittima: “Sale su ferita ancora aperta”

Pubblicato: 05/11/2021 15:27

L’udienza preliminare sul caso di presunta violenza sessuale di gruppo a carico di Ciro Grillo e i suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria è stata rinviata.

I fatti risalirebbero alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella casa di proprietà di Beppe Grillo in Sardegna; sul caso la procura di Tempio Pausania. A difendere la presunta vittima di stupro c’è l’avvocata Giulia Bongiorno, che ha parlato dello stato psicologico della sua assistita.

Perché il giudice ha rinviato l’udienza sul caso Ciro Grillo

L’udienza è stata rinviata al 26 novembre, dopo che parti civili e alcune difese hanno richiesto la trascrizione di diverse intercettazioni che ancora non erano state trascritte negli atti a disposizione delle parti. Il giudice ha disposto che il perito incaricato dovrà depositarle il 15 novembre in modo tale da evitare il rischio di nuovi rinvii.

I 4 accusati hanno scelto il rito ordinario

Come si legge su Ansa, l’avvocato Andrea Vernazza, a nome di tutti i difensori ha fatto sapere che Grillo, Corsiglia, Capitta e Lauria hanno scelto il rito ordinario. Vernazza ha poi confermato il perché del rinvio dell’udienza.

Intanto, entrando in tribunale, il procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, ha fatto sapere: “Salvo eccezioni preliminari, che però sono state già presentate nella scorsa udienza, oggi presenteremo le nostre richieste“.

Giulia Bongiorno parla della sua assistita

A difendere la giovane che ha denunciato i 4 ragazzi di violenza sessuale di gruppo è Giulia Bongiorno, la quale ha parlato della sua assistita entrando in tribunale: “Ogni volta che la vicenda riemerge sui media, per la mia assistita è come spargere sale su una ferita ancora aperta, l’enfatizzazione mediatica è stata una prova pesante” si legge su Ansa, aggiungendo: “Ora siamo nella sede naturale, vediamo cosa succede“.

Nei giorni scorsi la difesa aveva presentato agli atti del processo un referto contente una perizia firmata dal professore Enrico Marinelli dell’università degli studi La Sapienza di Roma nella quale è stato spiegato come l’utilizzo della droga dello stupro ai danni della presunta vittima dello stupro di gruppo non sarebbe da escludere.