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Assolto Alex Pompa, lo studente che uccise il padre violento durante una lite: il sollievo dei familiari

Pubblicato: 24/11/2021 20:21

Alex Pompa è stato assolto dalla Corte d’Assise di Torino perché “il fatto non sussiste“. Il 20enne di Collegno ad aprile 2020 aveva ucciso il padre violento con circa 30 coltellate mentre aggrediva la madre, intervenendo per difenderla. L’uomo, aggressivo e possessivo, era ossessionato dalla gelosia per la moglie e brutale anche con i figli, con Alex che infine sarebbe intervenuto fino alle estreme conseguenze. I legali del giovane hanno sempre sostenuto che avrebbe ucciso il padre per legittima difesa, una tesi rigettata dall’accusa, ma la giudice di Torino ha infine assolto Pompa per l’accusa di omicidio volontario.

Alex Pompa assolto: ha ucciso il padre violento per difendere la madre

Una sentenza di assoluzione che lascia Alex Pompa e la madre e il fratello che l’hanno sempre sostenuto frastornati per il sollievo. “È tutto così strano, non ho avuto ancora il tempo per metabolizzare“, ha dichiarato il 20enne quando la giudice della Corte d’Assise di Torino ha letto il verdetto. Anche il fratello Loris ha commentato l’assoluzione: “Noi ci abbiamo sempre creduto, sappiamo quello che abbiamo vissuto, abbiamo visto l’inferno e la morte in faccia e quando diciamo che Alex ci ha salvato la vita è perché è così“.

Insieme alla famiglia, a sostenere Alex Pompa in aula anche il preside dell’istituto alberghiero di Pinerolo, dove il ragazzo studiava all’epoca del delitto, e l’imprenditore Paolo Fassa che, rimasto colpito dalla storia, ha deciso di dargli il suo sopporto. “Questa era una situazione da manuale, una caso di scuola di legittima difesa“, ha dichiarato il legale dell’imputato, Claudio Strata, come riporta Adnkronos, “Certamente questa sentenza dovrà fare in modo di evitare che queste persone restino sole e isolate. Non doveva finire in questo modo, ma era una situazione dalla quale era impossibile uscire. Sono usciti nel peggiore dei modi, ma Alex non aveva alcuna colpa né responsabilità per quello che succedeva in quella casa“.

Il processo per omicidio volontario

Una soddisfazione quella dell’avvocato ancora maggiore per la richiesta del pm di 14 anni di reclusione per omicidio volontario. Il magistrato ha preso in considerazione un’unica attenuante, la semi-infermità mentale, non ritenendo che la sera dell’omicidio ci fosse un pericolo effettivo per Alex Pompa e la sua famiglia.

Tesi smentita dal fratello dell’imputato, che cita gli audio presentati come prova davanti alla corte, che dimostrano il clima di violenza in cui la famiglia viveva per mano del padre e che avrebbe procurato un disturbo da stress post traumatico ad Alex, come rilevato dalla perizia psichiatrica. Elementi che alla fine hanno fatto propendere per l’assoluzione, con il legale che commenta sul suo assistito: “Inizia a vivere oggi“.