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Donbass bombardato, 40mila civili evacuati in Russia. Johnson avverte: “La più grande guerra in Europa dal 1945”

Pubblicato: 20/02/2022 12:24

Un altro giorno di combattimenti nel Donbass, la regione contesa tra Ucraina e Russia, dove si susseguono gli scontri tra militari ucraini e separatisti filo-russi. Sarebbero almeno 40mila i civili scappati verso le regioni meridionali russe, dove si moltiplicano i campi profughi. Nel frattempo, tra Ucraina e separatisti continuano le accuse reciproche di violazione del cessate il fuoco, in un’escalation che vede la situazione mai così tesa dalla Guerra Fredda. Allarme nelle cancellerie europee, per cui sembra sempre più probabile il conflitto tra Russia e Stati Uniti.

Il Dombass precipita nel conflitto: 40mila i profughi scappati in Russia

Sempre più aspri gli scontri nel Donbass, la regione russofona contesa tra Ucraina e Russia. Nel corso delle ultime ore sarebbero 40mila i civili scappati dalla regione verso Rostov, la città russa sul Mar Nero vicina al confine ucraino, secondo quanto riferito dal ministero per le Emergenze russo. I separatisti da un paio di giorni hanno chiamato alla mobilitazione generale gli uomini in grado di combattere e fatto uscire dal Donbass donne, bambini e anziani.

Bombardamenti tra Ucraina e separatisti: uccisi soldati e civili

I rimpalli di responsabilità proseguono tra le parti che si confrontano. A Pionerskaya, città al confine russo, sarebbero stati uccisi due civili, come accusano i separatisti: “A seguito dell’aggressione dei militanti di Kiev, due civili sono stati uccisi e cinque case sono state distrutte“, è il comunicato dei combattenti dell’autoproclamata Repubblica popolare di Luhansk.

Dall’altra parte, il ministero della Difesa ucraino accusa i miliziani ribelli di aver ucciso due soldati ucraini e 122 violazioni da parte russa, come riporta The Guardian: “Facendo così, il nemico sta cercando di forzare le unità delle forze armate dell’Ucraina ad aprire il fuoco in risposta, per poi accusare l’Ucraina di bombardare i civili“, si legge nella nota.

L’Europa sul filo, Johnson: “La più grande guerra dal 1945”

Dopo le dichiarazioni del presidente Joe Biden, che si è detto convinto che la Russia sia pronta a invadere l’Ucraina, arriva anche il premier britannico Boris Johnson ad accusare il Cremlino di preparare un’offensiva militare. “Il piano che stiamo vedendo è per qualcosa che potrebbe essere la più grande guerra in Europa dal 1945“, ha dichiarato Johnson, “State assistendo non solo a un’invasione attraverso l’Est passando dal Donbass“, ma secondo l’intelligence, anche “dal Nord, dalla Bielorussa” con manovre per “circondare la stessa Kiev“.

Anche la ministra degli Esteri della Gran Bretagna Liz Truss ha espresso simili preoccupazioni in un’intervista al Mail on Sunday: “Putin non si fermerà all’Ucraina“, ha dichiarato accusando il presidente russo di voler “riportare l’orologio indietro alla metà degli anni Novanta o anche prima“. Affermazioni bollate come non credibili da Dmitry Polyanskiy, vice rappresentante della Russia alle Nazioni Unite, che ha ricordato gli errori dell’intelligence statunitense e britannica che hanno dato il via alla guerra in Iraq.

L’Ucraina chiede sanzioni contro la Russia

Un appello arriva alla Conferenza di Monaco da parte di Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, che ha chiesto all’Occidente di applicare le sanzioni contro Mosca prima di una possibile invasione. “L’Ucraina è lo scudo dell’Europa contro l’esercito russo“, ha dichiarato Zelensky, “L’architettura della sicurezza globale è fragile, obsoleta… Servono azioni. Non si tratta della guerra in Ucraina, si tratta della guerra in Europa“.

La questione delle sanzioni è particolarmente spinosa per l’Unione europea, dato che potrebbe mettere a repentaglio l’approvvigionamento energetico, come ha spiegato Mario Draghi. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato alla CNBC che “ogni opzione è sul tavolo” e che “Siamo in grado di superare questo inverno senza il gas russo, ma con forniture da altri e questo è buono“.