Giuseppe Lenoci è morto a 100 chilometri di casa sua, ma nessuno sapeva che fosse lì. Il giovane di 16 anni originario di Fermo è morto in un incidente stradale mentre si muoveva con un mezzo della ditta termo-idraulica Termoservicegas, la cui dinamica va ancora chiarita.
Ora, mentre continuano gli accertamenti sull’incidente, cresce l’indignazione della famiglia e anche quella di molti coetanei di Giuseppe, scesi in strada al fine di protestare contro un sistema che viene accusato di aver già rubato due vite: quella di Lorenzo Parelli, morto in azienda durante uno stage a 18 anni, e quella di Giuseppe Lenoci.
Giuseppe Lenoci, come la famiglia ha saputo della sua morte
Savino Lenoci, papà di Giuseppe, pare abbia saputo della morte di suo figlio mentre si trovava al lavoro: “Lei è il papà di Giuseppe Lenoci? Suo figlio è deceduto” gli hanno detto al telefono, poco prima che lo stesso fosse colto da un malore (lo riporta Fanpage).
Difficile capire cosa sia successo subito dopo l’incidente a Giuseppe Lenoci: si sa che i soccorsi sono arrivati sul post (in provincia di Ancona, in zona Serra de’ Conti, ma in un primo tempo la famiglia non è riuscita a capire dove avessero portato il ragazzo: “Nessuno sapeva dirci dove era mio nipote, ne’ la ditta ne’ la scuola. Ho dovuto chiamare l’obitorio” ha detto la zia di Giuseppe, da remoto, agli studenti di Fermo che erano in piazza a protestare. Poi, si è rivolta direttamente al ministro Lamorgese, che lo stesso giorno aveva chiesto di “non strumentalizzare” la vicenda: “Vorrei dire una cosa molto importante alla Lamorgese che stamattina ha detto “Attenzione a non strumentalizzare” la vicenda: ‘Cara Lamorgese, in quale piazza è presente oggi? In nessuna’ ”.
Giuseppe stava sostituendo un dipendente? I dubbi della famiglia
Si solleva inoltre un sospetto relativo alla possibilità che la ditta abbia operato con una prassi illecita ai danni di Giuseppe, il giorno della sua morte. A quanto detto dalla famiglia, è possibile che il giorno della sua morte Giuseppe stesse coprendo il turno che avrebbe dovuto fare un dipendente, poi resosi indisponibile. Questa prassi, nel contesto dello stage, non è legale, e nel caso farebbe nascere un’ipotesi di reato nei confronti di chi sarebbe responsabile di una decisione del genere. I carabinieri che stanno facendo gli accertamenti del caso ed hanno sequestrato in azienda una serie di documenti al fine di capire se questa ipotesi ha un effettivo fondamento.