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Kiev resiste all’assalto russo, bombardato un palazzo civile. Zelensky sente Macron e von der Leyen: “Armi in arrivo”

Pubblicato: 26/02/2022 10:29

Resiste Kiev, sotto assedio, accerchiata: la città non sarebbe caduta in mano ai russi, come confermano fonti stampa e ufficiali. Continuano i bombardamenti sulla capitale, mentre i russi avanzano a est, ma rallenta al terzo giorno di guerra l’invasione lanciata da Vladimir Putin. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sentito il premier francese Emmanuel Macron che, secondo Zelensky, gli avrebbe assicurato l’arrivo di armi ed equipaggiamento per resistere all’assalto russo.

Kiev sotto assedio resta in mano ucraina: bombardato un palazzo civile

Le forze di resistenza ucraine hanno continuato a difendere la capitale durante gli assalti russi, andati avanti tutta la notte. Le truppe russe avrebbero circondato Kiev, ma la città non sarebbe stata conquistata: “Kiev, la nostra splendida, pacifica città, è sopravvissuta un’altra notte agli attacchi delle forze di terra e ai missili russi“, ha twittato in mattinata Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino, che riporta come un palazzo civile sia stato colpito durante i bombardamenti.

Luke Harding, reporter di The Guardian, ha confermato l’esplosione dell’edificio a Lobanovsky Avenue, dichiarando che è sconosciuto il numero delle vittime. The Kiev Indipendent riporta almeno 5 feriti, compresi due bambini, negli attacchi russi della notte, numero che sale a 35 secondo il sindaco della città Vitali Klitschko. Il primo cittadino di Kiev ha inoltre dichiarato che la metropolitana funziona ora solo come rifugio anti-aereo. I combattimenti si sarebbero consumati a Vasylkiv, città 35 chilometri a sud di Kiev, dove nella notte sarebbero stati paracadutati soldati russi.

La resistenza nelle città dell’Ucraina nel mirino di Mosca

Secondo le fonti stampa sul campo, resistono anche le altre città verso cui tenta di avanzare l’esercito russo. Il New York Times, citando fonti del Pentagono, avverte che l’avanzata russa rallenta al terzo giorno di scontri, ma Mosca starebbe usando solo un terzo delle circa 170-190mila unità militari assembrate intorno all’Ucraina. Non è escluso che Putin possa decidere di aumentare la pressione inviando altre truppe, specifica la testata. Sconosciuto il destino di Melitopol, prima popolosa città che sarebbe caduta in mano russa, secondo l’agenzia stampa russa Interfax.

La notizia è stata smentita da fonti militari britanniche, ma nessuna conferma è arrivata da parte ucraina. La Russia avrebbe spostato la linea di fuoco su tre città, secondo il New York Times: oltre Kiev, anche Cherson, nel Sud del Paese, e Charkiv a Nord-Est, vicino al confine con la Russia. Nel mirino anche Mariupol, vicina al confine con il Donbass, che resisterebbe per il momento, ma per Mosca sarebbe essenziale prendere le città costiere sul Mar d’Azov, con l’obiettivo di muovere verso Odessa, aprendo un corridoio dalla Crimea alla Transnistria.

Zelensky sente Macron: “Armi ed equipaggiamento in arrivo”

Il presidente ucraino Zelensky ha twittato confermando una telefonata con Macron: “Armi ed equipaggiamento dai nostri partner sono sulla strada verso l’Ucraina. La coalizione contro la guerra sta funzionando!“. Il premier ucraino avrebbe avuto uno scambio anche con Ursula von der Leyen, dopo aver rilanciato la richiesta di poter entrare nell’Unione Europea.

Zelensky rimane nel Paese nonostante le minacce alla sua vita, come confermato da un video in cui mostra di essere rimasto a Kiev per difendere l’Ucraina. Anche il presidente statunitense Joe Biden avrebbe assicurato la fornitura di equipaggiamento militare per 600 milioni di dollari all’Ucraina.