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L’Europa contro Putin: entro quando può essere raggiunta l’indipendenza energetica dalla Russia

Pubblicato: 10/03/2022 22:47

Prosegue l’azione non armata dell’Europa contro Vladimir Putin: sanzioni per l’invasione dell’Ucraina, ma anche la volontà di staccarsi dal gigante russo. Non un’impresa semplice, specialmente per quanto riguarda l’indipendenza energetica: i rincari nelle bollette e nel costo del carburante sono le prime evidenze di un problema che diventerà ancora più pressante.

La von der Leyen mette una data di scadenza alla dipendenza dalla Russia

Sull’agenda dei leader dei 27 Stati membri riuniti in questi due giorni nella reggia di Versailles, c’è un punto all’ordine del giorno: l’Ucraina. Si lavora per spingere Putin a fermare il massacro, gli attacchi agli ospedali e permettere corridoi umanitari veramente funzionanti, ma non ci si illude che le vie della diplomazia abbiano ancora vita lunga. Il Presidente di turno Macron si è detto pessimista: “A breve termine non vedo soluzioni diplomatiche – ha dichiaratoma ci spero e continueremo a insistere, a spingere i russi verso un compromesso, ad aiutare“.

Sul fronte pratico, l’azione dell’Europa prosegue molto più a rilento rispetto agli Stati Uniti: Joe Biden può contare su risorse alternative – interne e non – che gli hanno permesso di dichiarare l’embargo energetico contro la Russia. L’UE, invece, è ancora strettamente dipendente dal gas e dal petrolio di Mosca. La volontà di staccarsi, però, c’è: nel piano che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha presentato ai leader, riporta l’Agi, sarebbe previsto un cosiddetto phase out, l’uscita dalla dipendenza dei fossili russi. E c’è anche una possibile data: il 2027. Per farcela, però, sarà necessario investire massicciamente su fonti di energia alternative – nazionali e rinnovabili, come sottolineato ieri da Draghi alla Camera.

La Presidente Metsola su Putin e Lukashenko: “Crimine di guerra

Presente a Versailles c’è anche la nuova presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, colei che ha preso il posto del compianto David Sassoli. Ai leader dell’Unione, riporta la stessa agenzia, ha detto senza mezzi termini che “Quello che stanno facendo Putin e Lukashenko in Ucraina è un crimine. Un crimine di guerra“. E aggiunge: “I responsabili saranno chiamati a rispondere dinanzi alla Corte penale internazionale“. Già nei giorni scorsi sono iniziati i lavori del tribunale superiore delle Nazioni Unite all’Aja per valutare possibili crimini di guerra. “Sarebbe la vittoria definitiva per il popolo ucraino, lo stato di diritto e il nostro modo di vivere rispettoso delle regole” ha anche detto la Metsola.

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2022 22:48