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Il coraggioso pilota civile russo: “La guerra in Ucraina è un crimine”: applausi dei passeggeri del volo

Pubblicato: 12/03/2022 15:47

Il video di un pilota russo di un aereo di linea che si dichiara contro la guerra in Ucraina sta diventando virale. Il coraggioso appello, in un momento in cui la repressione contro chi critica il regime di Putin è più violenta che mai, ha sollevato gli applausi dei passeggeri presenti sul volo atterrato ad Antalya, in Turchia. Mosca ha scatenato un’ondata di arresti per contrastare le proteste dei cittadini russi contro l’invasione, che ha portato anche molti a fuggire dal Paese, sempre più isolato.

Il pilota russo sul volo di linea: “La guerra in Ucraina è un crimine”

Un gesto di solidarietà, una dichiarazione che sfida la repressione operata dal Cremlino contro il dissenso per la guerra in Ucraina, che è arrivata al 17esimo giorno di invasione. “Sono il capitano dell’aereo“, ha dichiarato il pilota della compagnia aerea low cost russa Pobeda, che dopo le parole di rito sull’arrivo ad Antalya, e i ringraziamenti per aver scelto la compagnia, ha deciso di condividere un messaggio personale.

Un’aggiunta personale sull’attuale situazione politica“, commenta il pilota, “Credo che la guerra in Ucraina sia un crimine e penso che qualsiasi cittadino russo dotato di buon senso sarà d’accordo e farà tutto il possibile per fermarla“. Il capitano ha dichiarato che “non abbiamo bisogno di questa guerra“, aggiungendo che le sue parole non sono sue considerazioni e non riflettono la posizione della Pobeda. In sottofondo si sentono gli applausi dei passeggeri a bordo.

La repressione in Russia per chi manifesta contro la guerra

Il pilota potrebbe incappare in serie conseguenze per il suo discorso tornato in patria. Mosca ha messo in piedi una campagna di arresti contro chi manifesta la sua contrarietà all’invasione dell’Ucraina o “sminuisce” gli sforzi dell’esercito russo. Il Paese, abbandonato da giornalisti stranieri a causa delle leggi contro la libertà di stampa e isolato dai social occidentali, è in larga parte tagliato fuori da ogni tipo di informazione che non sia dettata dal regime di Putin.

Secondo l’organizzazione per i diritti umani russa OVD-Info, sarebbero circa 14mila le detenzioni di chi protesta contro la guerra dal 24 febbraio, giorno dell’inizio dell’invasione. Sono in corso perquisizioni contro giornalisti e attivisti, mentre migliaia di cittadini stanno cercando di lasciare la Russia.