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La Russia minaccia di far cadere la Stazione Spaziale Internazionale sulla Terra: “Prezzo delle sanzioni”

Pubblicato: 12/03/2022 11:50

La Russia avanza la minaccia di far cadere sulla Terra la Stazione Spaziale Internazionale, tramite l’agenzia spaziale russa Roscosmos. In un post sul proprio canale Telegram, l’agenzia dichiara che le sanzioni contro la Russia porterebbero all’impossibilità del Paese di contribuire al progetto, tagliando rifornimenti e aiuti essenziali per tenere in orbita la stazione. La NASA da settimane cerca un modo per tenere in orbita la Stazione Spaziale Internazionale senza l’aiuto di Mosca, che finora aveva comunque escluso di ritirarsi in toto dall’ISS. In ogni caso, rimane improbabile che la Stazione Spaziale Internazionale possa cadere, con il magnate dello spazio Elon Musk che si è detto pronto a intervenire per tenerla in orbita tramite la sua SpaceX.

La Stazione Spaziale Internazionale potrebbe cadere sulla Terra: l’ultima minaccia della Russia

Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, ha fatto sapere che chiede la cessazione immediata delle sanzioni adottate contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina, o ad andarci di mezzo potrebbe essere la Stazione Spaziale Internazionale. In un messaggio diffuso da Dmitry Rogozin, direttore di Roscosmos, si annuncia la richiesta inoltrata ai partner nel progetto scientifico, NASA, Canadian Space Agency ed Esa, allegando una mappa che mostrerebbe dove potrebbe cadere la stazione da 500 tonnellate, asserendo che la Russia sarebbe marginalmente colpita dalla sua eventuale distruzione.

La popolazione di altri Paesi, inclusi quelli guidati dai ‘cani da guerra’, dovrebbero pensare al prezzo delle sanzioni contro Roscosmos“, si legge nel post, “Il prezzo della cooperazione spaziale internazionale distrutta in modo maniacale dall’Occidente. Pazzi“.

L’apporto della Russia all’ISS con la navicella Progress

Le minacce della Russia alla Stazione Spaziale Internazionale non sono nuove e vengono riproposte da settimane. Mosca contribuisce a tenere in orbita l’ISS tramite la navicella Progress, che sarebbe impossibilitata a decollare a causa delle sanzioni. Tramite il modulo, vengono portati in orbita gli equipaggi dell’ISS e si rifornisce di carburante la stazione. Inoltre, Progress opera le correzioni di rotta per tenere la stazione a 400 km di altitudine, riducendo anche la presenza di detriti spaziali.

La NASA da tempo cerca di rimpiazzare il contributo della Roscosmos, e sarebbero pronte a intervenire imprese aerospaziali statunitense come la Northrop Grumman. Sarebbe inoltre disponibile l’aiuto della SpaceX di Elon Musk per fornire la “spinta” alla Stazione Spaziale Internazionale, così da mantenerla in orbita. Il magnate sudafricano aveva risposto a un post Twitter di Rogozin che chiedeva chi avrebbe salvato la stazione da una deorbitazione incontrollata, allegando il logo della sua azienda.

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