Vai al contenuto

Un bus con a bordo profughi ucraini arrivati in Italia si ribalta sulla A14: morta una ragazza, diversi i feriti

Pubblicato: 13/03/2022 10:15

Un grave incidente stradale ha visto coinvolto un bus sui cui viaggiavano 50 profughi ucraini scappati dalla guerra che infuria ad Est. Il mezzo si è ribaltato questa mattina sulla A14, all’altezza di Forlì, causando la morte di una ragazza. Non sono ancora chiare le cause dell’incidente, che avrebbe causato anche diversi feriti. In Italia sono 35mila i profughi arrivati dall’inizio del conflitto in Ucraina.

Bus con profughi ucraini si ribalta sull’A14: una ragazza morta

Un incidente stradale ha causato la morte di una ragazza alle prime luci di questa mattina, verso le 6.30. Un bus su cui stavano viaggiando almeno 50 persone, profughi scappati dalla guerra in Ucraina, si è ribaltato al km 101 dell’autostrada A14, all’altezza di Forlì nella direzione verso Ancona, con meta Pescara. Ci sarebbe una vittima, una ragazza che sarebbe rimasta schiacciata sotto il bus che sarebbe uscito fuori strada.

Illesi 21 dei passeggeri, mentre gli altri avrebbero riscontrato lievi ferite. Si indaga sulle cause dell’incidente: i pullman che trasportavano i rifugiati ucraini sarebbero stati due, ma il secondo non sarebbe rimasto coinvolto nel sinistro.

Sono 35mila i profughi ucraini in Italia

Secondo i dati diffusi dal Viminale, sono al momento 34.851 i profughi arrivati in Italia dall’Ucraina dall’inizio del conflitto. Si tratta di 17.685 donne, 3.040 uomini e 14.126 minori, che per la maggior parte hanno ricevuto ospitalità da parenti e amici presenti nel nostro Paese. Il governo per il momento ha stanziato 10 milioni di euro con il Fondo per le emergenze nazionali, come ha fatto sapere la Protezione Civile.

I posti di accoglienza disponibili sarebbero 8mila, tra i Centri temporanei di accoglienza (CAS) e il Sistema di accoglienza e integrazione (SAI). Un grande lavoro nell’accoglienza dei profughi ucraini è inoltre fatto dal terzo settore, con cui i prefetti stanno stilando dei protocolli d’intesa per l’accoglienza locale in attesa che la macchina statale mobiliti ulteriori risorse.