Vai al contenuto

Morte di Liliana Resinovich: un Dna maschile tra i reperti e l’elemento che potrebbe portare alla svolta

Pubblicato: 18/03/2022 08:37

Una traccia di Dna maschile e un reperto potenzialmente decisivo: sono i due binari su cui correrebbe l’attuale fase di indagini sulla morte di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa dalla sua casa di Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere in un parco dell’ex ospedale psichiatrico della città, il 5 gennaio scorso. Pochi giorni fa, oltre al prelievo di un campione al marito, Sebastiano Visintin, gli inquirenti avrebbero provveduto alla stessa procedura con l’amico della donna, Claudio Sterpin, entrambi sottopostisi al test volontariamente. Sullo sfondo del giallo l’interrogativo da sciogliere: omicidio o suicidio? Un elemento potrebbe portare alla svolta.

Morte di Liliana Resinovich: un Dna maschile tra i reperti isolati sulla scena del ritrovamento

Liliana Resinovich si è tolta la vita o è stata uccisa? È la domanda su cui si incardina la complessa attività investigativa che, da mesi, prova a dare una risposta per risolvere il giallo di Trieste. Sul cordino che chiudeva le buste intorno al collo della 63enne – il corpo ritrovato in posizione fetale all’interno di alcuni sacchi, nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni – oltre al materiale genetico della donna sarebbe stata isolata una traccia di Dna maschile, ma di quantità non significativa perché si possa risalire a un profilo nitido del soggetto.

Si tratterebbe di un dato parziale, utilizzabile soltanto per escludere eventuali sospettati dall’alveo delle indagini. Attualmente non c’è nessun indagato nell’ambito dell’inchiesta, con fascicolo aperto per sequestro di persona. Nei giorni scorsi, il marito Sebastiano Visintin si è sottoposto volontariamente al prelievo per il test del Dna, così come avrebbe fatto l’amico della vittima, Claudio Sterpin. Quest’ultimo, intervistato a più riprese sul caso, sostiene che Liliana Resinovich, a ridosso della scomparsa, stesse per cambiare vita e fosse determinata nella volontà di porre fine al matrimonio con la separazione.

Giallo di Liliana Resinovich, omicidio o suicidio? Un elemento potrebbe segnare la svolta

Il marito di Liliana Resinovich ha mostrato dubbi sull’ipotesi suicidaria – scenario che si sarebbe irrobustito all’esito del rinvenimento del Dna della donna sul cordino trovato sul corpo -, sottolineando l’assenza di pregressi segnali che potessero allarmarlo in questo senso. Al tempo stesso, l’uomo si mostra scettico anche rispetto all’idea che qualcuno possa aver voluto far del male alla moglie, dipinta come una compagna di vita senza ombre nel contesto di un rapporto coniugale privo di particolari criticità.

Secondo quanto filtrato nelle ultime ore, gli inquirenti sarebbero in procinto di avere tra le mani i risultati delle analisi condotte su un particolare reperto che potrebbe rivelarsi potenzialmente decisivo: le scarpe della 63enne. I risultati degli accertamenti sulle calzature indossate da Liliana Resinovich, infatti, potranno dire se la donna abbia calpestato il terreno circostante prima di morire. In caso contrario, se fossero prive di materiali riconducibili a quell’area sede del ritrovamento, ci si troverebbe davanti a un dato che deporrebbe chiaramente a favore dell’ipotesi di omicidio.