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L’esplosione a Belgorod mette a rischio i negoziati: giallo sul ruolo di Kiev. Evacuazione bloccata a Mariupol

Pubblicato: 01/04/2022 22:39

L’esplosione del deposito petrolifero russo di Belgorod segna il 37esimo giorno di conflitto tra Ucraina e Russia, con Mosca che fa sapere che l’incidente, per cui accusa Kiev, potrebbe mettere a rischio i negoziati. Sul campo intanto rimane critica la situazione: l’evacuazione da Mariupol, da dove oggi sono riusciti a scappare 2mila civili, rimane impossibile, come fa sapere la Croce Rossa. I combattimenti continuano in tutto il Paese, da Kiev, dove il sindaco segnala una violenta battaglia ai confini della città, a Kharkiv, dove l’università sarebbe stata distrutta dai bombardamenti.

Belgorod, Mosca accusa Kiev per l’esplosione. Kuleba: “Né conferme né smentite”

L’esplosione nel deposito petrolifero di Belgorod, città russa a circa 40 km dal confine con l’Ucraina, gela i negoziati che sono ripresi oggi in via telematica. Mosca dichiara che il deposito petrolifero, utilizzato per scopi civili e non militari, è stato attaccato da due elicotteri Mi-24 ucraini che avrebbero volato a bassa quota per poi sganciare dei missili sul sito. Kiev ha smentito il suo coinvolgimento nel raid avvenuto nello spazio aereo russo, ma il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato poco fa di non poter “né confermare né smentire” il coinvolgimento dell’Ucraina.

Non sono a conoscenza di tutte le informazioni militari“, ha spiegato Kuleba. La posizione di diniego di Kiev non ha però convinto i russi, che hanno commentato come questo incidente possa pesare sui negoziati. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha spiegato che quanto accaduto a Belgorod non crea “condizioni favorevoli” per arrivare a una soluzione diplomatica, auspicata fortemente oggi dal presidente turco Erdogan. Putin è stato informato del raid, ha continuato Peskov.

Mariupol, bloccata l’evacuazione dei civili. La Croce Rossa: “Condizioni impossibili”

La popolazione civile continua a vivere l’assedio di Mariupol con poche speranze per un’evacuazione rapida dalla città, dove le condizioni di vita sono da tempo impossibili per la scarsità di cibo e acqua. Oggi 2mila civili sono riusciti a lasciare la città sul Mar d’Azov, ma almeno 170mila persone sono ancora intrappolate. La Croce Rossa, che ha subito attacchi da parte delle forze russe, ha fatto sapere che il convoglio di bus che si è diretto verso Mariupol per scortare i civili fuori dalla città è dovuto tornare a Zaporizhzhia “dopo che le condizioni hanno reso impossibile procedere. Proveremo di nuovo domani“.

Le autorità ucraine, riferisce The Guardian, hanno dichiarato che a nessun aiuto umanitario è stato consentito raggiungere Mariupol. Nonostante molte auto private si siano unite all’evacuazione, la situazione rimane pericolosa e Kiev chiede agli abitanti di non tentare di lasciare la città senza assistenza.

Missili russi su Odessa, gli ucraini riprendono Irpin

L’offensiva russa procede nel Sud dell’Ucraina, dove in serata tre missili Iskander lanciati dalle basi russe in Crimea avrebbero colpito la città di Odessa. Lo riferisce Maksym Marchenko, a capo dell’amministrazione militare, secondo cui “ci sono vittime“.

Le truppe di Mosca non riescono però a procedere a Nord, con Kiev, dove oggi è stata in visita la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola, che resiste al tentativo di assedio. La BBC riferisce che Irpin, sobborgo della capitale, sarebbe tornata in mani ucraine, ma la zona residenziale sarebbe quasi completamente distrutta.