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Orsini a Cartabianca: “Avete chiesto ai bambini se vogliono morire come kamikaze?”. Interviene Anastasia Kuzmina

Pubblicato: 12/04/2022 23:52

Nuove tensioni a Cartabianca e al centro delle polemiche c’è ancora Alessandro Orsini: nella puntata di martedì 12 aprile il professore già al centro della bufera ha nuovamente tirato in ballo i bambini nella sua disamina sulle difficoltà di lettura della guerra in Ucraina. A rispondere, in questo caso, è stata Anastasia Kuzmina.

Cartabianca, Orsini sulla guerra in Ucraina: “Avete chiesto ai bambini se vogliono morire?”

È di nuovo il professor Alessandro Orsini, docente di sociologia del terrorismo internazionale e direttore e fondatore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS, ad accendere i toni a Cartabianca. Non appena entrato in studio, i social media si sono riempiti subito di pareri molto critici nei confronti di quella che da alcuni è ritenuta una posizione troppo accomodante nei confronti di Vladimir Putin e della guerra in Ucraina. Orsini ha iniziato la puntata cercando di chiarire una volta per tutte che la sua è una posizione di condanna, ma ha anche sottolineato che la lettura complessiva è di difficile interpretazione sul piano internazionale. Nel corso della puntata, si è toccato anche il punto della resistenza degli Ucraini, evidente in città come Mariupol.

Orsini qui ha sollevato una questione: “Uno dei punti di forza della propaganda occidentale è rappresentare gli ucraini come un unicum“, una sola entità tutta compatta contro l’aggressore russo. Poi ha aggiunto: “Avete chiesto a tutti i bambini o civili se vogliono resistere, se vogliono tutti morire come kamikaze?“. Una frase, questa, che ha suscitato una forte reazione da Anastasia Kuzmina.

Anastasia Kuzmina contro Orsini a Cartabianca: “Stanno resistendo”

La celebre ballerina di Ballando con le Stelle, presente nel programma in quanto ucraina, non appena pronunciata la parola “bambini” ha subito iniziato a scuotere la testa ed è intervenuta per bloccare il professor Orsini: “No, no, no… L’ho detto nella prima puntata: mia nonna è russa, sono cresciuta in una famiglia in cui si litigava. La maggior parte dell’ucraina vuole essere libera“. Tuttavia, la situazione generazionale è complessa: “Ci sono persone dell’età di mia nonna che vorrebbero di nuovo l’Unione Sovietica. Ci sono persone stanche di combattere, ma la maggior parte stanno resistendo“.

Le posizioni di Orsini espresse a Cartabianca sono spesso contestate: questa sera ha scaldato l’ambiente sostenendo che Zelensky è stato intransigente rispetto alle richieste della Russia (neutralità e non adesione alla Nato), ha poi sostenuto senza connotazioni qualitative che Putin deve essere considerato uno statista e non “uno scappato di casa“. Quindi è tornato ad attaccare l’Europa per la politica del “dare armi per fare la pace”, inefficace fino a questo momento.

Orsini e la polemica con Rai 3 per la frase sui bambini a Cartabianca

La frase di Alessandro Orsini finirà probabilmente con l’essere duramente contestata, proprio come quella detta sempre a Cartabianca una settimana fa. Aveva detto: “Preferisco che i bambini vivano in una dittatura piuttosto che muoiano sotto le bombe in una democrazia“. Parole che sono costate una dura reazione da parte di Rai 3: “Riprovevoli, assolutamente incondivisibili” ha detto il direttore Franco Di Mare. Una posizione che ha di nuovo indispettito la Berlinguer: “Trovo bizzarro che il direttore di una rete della Rai prenda le distanze da una trasmissione della stessa rete perché non condivide le opinioni espresse, all’interno di un dibattito plurale, da uno degli ospiti. Opinioni, per altro, contestate assai efficacemente da altri presenti in studio”.

Da Facebook, Orsini stesso aveva specificato: “Ieri sera a Cartabianca non ho detto che voglio che i bambini vivano sotto una dittatura. Questo è assolutamente falso. Ho detto che preferisco che i bambini vivano in una dittatura piuttosto che sotto le bombe per esportare la democrazia occidentale“. E aveva aggiunto: “Ho poi aggiunto che un bambino può essere felice sotto una dittatura, ma non può esserlo sotto le bombe. In sintesi, preferisco che i bambini vivano in democrazia. Ma se l’alternativa è tra le bombe democratiche sulla testa dei bambini e la dittatura, che però assicura la pace sociale, preferisco, per i bambini e non per me, la dittatura“.