Vai al contenuto

Cadavere Trieste, l’atroce sospetto: esecuzione mafiosa

Pubblicato: 25/09/2023 09:32

Emergono nuovi dettagli sul cadavere rinvenuto ieri mattina appeso ad un guard-rail lungo la Grande Viabilità di Trieste (leggi l’articolo); anche se, per avere risposte certe, si attende la visione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, presenti nella zona, da parte del pool inquirente.

Cadavere Trieste, i tagli sulla testa e le mani legate

Il cadavere apparterrebbe ad un senzatetto di origine iraniana di circa 60 anni. Ad una prima ispezione sulla salma, da parte del medico legale, sarebbero emersi tagli da trauma sulla testa ed un segno circolare che potrebbe essere di una bruciatura o una tumefazione. L’ipotesi dell’omicidio con pestaggio, tuttavia, non è certa. Perché, anche se il cadavere aveva mani e piedi legati, sul tavolo c’è anche quella del suicidio. Sebbene, secondo gli investigatori, far ritrovare il corpo in tali modalità potrebbe rappresentare un segnale; una sorta di avvertimento ad altri. L’uomo indossava scarpe nere, pantaloni e camicia cachi. Aveva con sé alcuni fogli, scritti in italiano e in una lingua mediorientale, ed una maglietta di colore nero con la scritta “Live to ride”, “vivi per cavalcare”. Che è il titolo di una canzone di Twisted Sister.

Cadavere Trieste, gli inquirenti indagano a 360 gradi

La pm di turno, Maddalena Chergia, al momento non esclude alcuna ipotesi. Open scrive che l’uomo, nell’ottica del suicidio, avrebbe potuto legarsi da sé mani e piedi con il nastro adesivo. Vicino al guard rail sono stati trovati pezzi di scotch. Forse un assassino li avrebbe tolti, per evitare di lasciare segni della sua presenza. Le mani, tra l’altro, erano legate ma non bloccate e lo spazio di movimento era sufficiente per infilarsi una corda al collo. La salma presentava anche tracce di saponificazione, dovuta all’umidità e alla pioggia. Le telecamere lungo la Gvt, tuttavia, potranno raccontare altro; mentre i militari del Comando di Trieste potrebbero aver già ascoltato alcune testi.

Esecuzione brutale

C’è chi, a denti stretti nella zona, parla di “esecuzione brutale”. Ed è un ipotesi fatta oggi anche dal Quotidiano nazionale, che ipotizza una resa dei conti di stampo mafioso. E segnala la possibilità di una partita di droga non pagata, oppure a scontri tra criminali di nazionalità slava. Le organizzazioni che usano la tratta della Rotta balcanica sono tante. L’ex comandante dei Ris Luciano Garofalo dice al quotidiano che quel corpo è un messaggio: “Se è stato un omicidio, è una modalità che mira anche all’umiliazione della vittima. Ma qui mi fermo. Anche perché non mi voglio avventurare su un terreno che non è di mia competenza. Spero e voglio essere sicuro che sia stata svolta un’attività di recupero completa, su quella scena. Non solo del cadavere ma anche di tutti gli altri elementi indispensabili per arrivare a decifrare la storia”.