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Emanuela Orlandi, spunta una nuova pista: spunta il nome di Massimo Carminati

Pubblicato: 18/10/2023 15:54
Emanuela Orlandi Massimo Carminati

Che cosa c’entra Massimo Carminati con il rapimento di Emanuela Orlandi? Secondo qualcuno c’entrerebbe eccome. A tirare in ballo il nome del ‘Cecato’ è il giornalista di inchiesta Alessandro Ambrosini sul suo blog ‘Notte Criminale’. Ambrosini punta il dito contro l’eversione di destra dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. Gruppo armato capeggiato da Valerio Fioravanti di cui faceva parte anche Carminati.
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“Quello che leggerete di seguito è quella che in inglese viene definita una ‘suggestion’. Un suggerimento dato da fatti che si concatenano dal 1990 ad oggi, dalla morte di Enrico De Pedis alla lettera ‘non vera ma verosimile’ dell’arcivescovo di Canterbury a Londra”, scrive sul suo blog Ambrosini facendo riferimento alla missiva resa pubblica lo scorso aprile da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, durante la trasmissione DiMartedì. Lettera spedita dall’arcivescovo di Canterbury George Carey al cardinale Ugo Poletti, con una richiesta d’incontro proprio per parlare di Emanuela Orlandi.

Massimo Carminati coinvolto nel rapimento di Emanuela Orlandi?

La forma della lettera rivela che è un falso, il contenuto invece è credibile”, spiega il giornalista rivelando anche che a passarla a Pietro Orlandi sarebbe stato il fantomatico “Antonio il postino”, nome in codice con cui un uomo ha contattato Pietro a novembre da una mail non rintracciabile. Il postino afferma di essere stato in passato un militante dei Nar e di aver vissuto per anni a Londra, città dove secondo alcune fonti sarebbe stata nascosta Emanuela Orlandi.

Il postino era di un gruppo specifico dei Nar, quello capeggiato da Massimo Carminati”, rivela ancora Ambrosini. Ma quando Pietro Orlandi ha cercato di incontrarlo, il postino lo ha sempre evitato. Gli ha però riferito anche di un altro uomo che, “come lui è a conoscenza dei fatti ma che non vuole aiutare nessuno in questa storia”. E quest’uomo citato dal postino, sempre secondo Ambrosini, non sarebbe altri che Massimo Carminati, “non come protagonista del rapimento di Emanuela. Ma solo come possibile detentore di documenti che possono fare luce su ciò che rimane uno dei più intricati e incomprensibili misteri italiani”. Documenti di cui Carminati, conclude il giornalista, potrebbe essere entrato in possesso in occasione del furto al Caveau interno al Tribunale di Roma del 1999. A sostegno di questa ipotesi c’è il fatto che, in quella occasione, venne trafugata anche la cassetta di sicurezza del magistrato Domenico Sica che per primo ha indagato sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.
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Ultimo Aggiornamento: 18/10/2023 16:08