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Vittorio Sgarbi indagato a Roma, il governo gli volta le spalle, lui: “Accuse calunniose”

Pubblicato: 25/10/2023 10:37

Secondo Il Fatto Quotidiano, dunque, Vittorio Sgarbi sarebbe indagato a Roma per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. La vicenda per cui il sottosegretario alla Cultura sarebbe sotto inchiesta risale al 2020. Secondo l’accusa non avrebbe pagato i suoi debiti con l’Agenzia delle Entrate per un totale di circa 715mila euro. Fonti di governo avrebbero confermato che la posizione di Sgarbi andrebbe “verso un approfondimento” dopo che la procura di Roma ha aperto un fascicolo per presunto mancato pagamento all’Agenzia delle entrate risalente all’ottobre 2020 riferito all’acquisto di un quadro di Vittorio Zecchin. A quanto pare Sgarbi sarebbe sotto esame per due casi “attenzioni dalla Presidente del Consiglio”.
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L’accusa: evasione fiscale per oltre un miliardo

Il sottosegretario inoltre avrebbe sfruttato la sua posizione politica per ricevere diversi emolumenti e incarichi professionali. Quest‘attività è vietata dalla legge e per questo motivo il Fatto quotidiano ipotizza una sua evasione fiscale per almeno 300mila euro. Che si sommano oggi ai 715mila euro per i quali sarebbe già indagato a Roma, insiste il giornale diretto da Marco Travaglio. A questo punto, verificata la fondatezza delle accuse del quotidiano, il titolare del ministero della Cultura, Gennaro Sangiuliano prende le distanze dal difficile collaboratore, anche se Sgarbi afferma anche che l’intervista del ministro della Cultura al Fatto sarebbe “falsa”.

Vittorio Sgarbi replica: “Ricostruzioni diffamatorie e calunniose”

“Una sequela di bugie che procurano un grave danno reputazionale mio e di tutti gli altri soggetti citati, accomunandoli a ipotesi di reato che, in quanto fondate su presupposti falsi, configurano una grave calunnia per la quale, adesso, si renderà necessaria anche una denuncia alla Procura della Repubblica – attacca Vittorio Sgarbi in una nota – Il Fatto Quotidiano riporta integralmente le ricostruzioni diffamatorie e calunniose di una lettera anonima inviata a istituzioni e giornali attraverso la violazione fraudolenta di due account di posta elettronica in uso alla mia segreteria, rendendosi così complice delle falsità in essa contenute spacciandole per ‘fatti’, getta discredito sul mio operato e su quello dei miei collaboratori, con irreparabile pregiudizio sotto il profilo professionale e umano. Quella del ministro Sangiuliano è una intervista falsa. La telefonata che mi ha fatto poche ore fa è esattamente di spirito contrario a quanto si legge in quella falsificazione”.

Vittorio Sgarbi 300mila euro

“Sono indignato”: Sangiuliano interviene sul caso Sgarbi

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, interviene sul caso Sgarbi. “Sono indignato dal suo comportamento. Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose“. “Ho subito avvertito chi di dovere e segnalato di averlo fatto a Giorgia Meloni. Del resto si sa, non l’ho voluto io e anzi: cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che fa in giro”.

Sangiuliano rende queste dichiarazioni ancora una volta al Fatto, aggiungendo che il sottosegretario, che l‘anno scorso sfruttò abilmente un vuoto di accreditamento culturale della nuova destra al governo per ottenere una poltrona e tentò anche di portare dentro al governo il suo sodale di allora, Morgan.

Prosegue il ministro: “Sgarbi va in giro a promettere cose irrealizzabili. Annuncia acquisti di palazzi e cose da parte del Ministero che ha solo 20 milioni in bilancio per acquistare beni. E io poi devo andare a spiegare ai giornali che questa cosa non esiste, che non si può fare, che c’è una procedura, che bisogna rispettare le leggi, che tutto va fatto con l’Agenzia del Demanio. Se faccio l’elenco di cose che lui dice che bisogna comprare tocca spendere un miliardo che lo Stato non ha“. (continua dopo la foto)
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Vittorio Sgarbi e Gennaro Sangiuliano

Le accuse e le inchieste per evasione fiscale contro Sgarbi

Nonostante il suo annuncio di querela nei confronti del fatto, la verifica di Sangiuliano sconfessa di fatto l’operato del sottosegretario. Sotto la lente d’ingrandimento emolumenti e pagamenti per presunte prestazioni professionali nell’ultimo anno per un ammontare complessivo di 300 mila euro. Ma anche l’indagine dell’Agenzia delle Entrate a Roma, che denuncia un ammanco di 715 mila euro sulle sue entrate. E anche la compagna Sabrina Colli avrebbe acquistato opere per conto suo e sfuggire così al fisco. In particolare, un’opera di Vittorio Zecchin, artista di Murano. L’opera risale al 1913, “Il giardino delle Fate”. Secondo le indagini, nell’ottobre 2020 Sgarbi partecipò all’asta e acquisto l’opera per 148 mila euro. Ma a farlo materialmente fu Colli. Secondo i giudici il reale acquirente è il sottosegretario. I magistrati gli contestano la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte come previsto dall’articolo 11 della legge 74 del 2000.
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Intanto, secondo quanto dichiara il governo, nessun fascicolo di indagine è stato aperto dalla Procura di Roma in relazione a consulenze pagate a favore di Vittorio Sgarbi per la sua partecipazione a conferenze ed eventi. Risulta invece aperto da alcuni mesi un fascicolo relativo a un presunto mancato pagamento di debiti con l’Agenzia delle Entrate. Vicenda che, come già accennato, risale all’ottobre 2020 e riguarda l’acquisto all’asta di un quadro di Vittorio Zecchin. Sgarbi non sarebbe nemmeno stato ascoltato dagli inquirenti.

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2023 18:21