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Queste app vendono i vostri dati alle aziende: l’allarme delle organizzazioni no profit

Pubblicato: 10/11/2023 17:40

Tanti, stufi delle incessanti chiamate dei vari call center, hanno installato le app anti-call center sui propri smartphone. Molte di queste però, secondo le varie associazioni di consumatori, rubano i dati degli utenti e li rivendono a terzi per riuscire a studiare il modo migliore per raggiungere l’utente senza essere fermati.

Ma non è tutto. Alcune estorcono denaro per rimuovere i numeri telefonici che hanno permesso di bloccare. La denuncia arriva da Consumerismo No Profit che, assieme alle associazioni degli operatori telefonici, oggi ha lanciato l’allarme.
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La trappola nella trappola

Queste app, sempre più utilizzate per difendersi dal terrorismo telefonico dei call center, nascondono diverse insidie. Consumerismo ha spiegato in una nota: “Come noto negli ultimi anni, a fronte dell’intensificarsi delle telefonate aggressive da parte di call center nazionali ed esteri, sono nate numerose applicazioni che bloccano in modo automatico le chiamate commerciali sui numeri degli utenti che hanno scaricato tali app. Ad oggi risulta che 1 cittadino su 16 a livello globale abbia scaricato uno di questi servizi anti-spam, ma non è tutto oro ciò che luccica”.

Queste app vendono i vostri dati alle aziende

Dalle indagini condotte al fine di arginare tale fenomeno, sono emerse verità agghiacchianti. Alcune società che hanno sviluppato app anti-spam, dopo aver raccolto i dati degli utenti iscritti ai loro servizi, utilizzino gli stessi dati per predisporre dei dossier.

Dossier che vengono successivamente mostrati agli operatori del telemarketing e delle ricerche di mercato per propagandare servizi di “miglioramento del tasso di risposta”. Sostanzialmente vendono i dati dei clienti, innescando l’effetto indesiderato che ci ha spinto a scaricare l’app per liberarci della pubblicità telefonica continua.

Un cane che si morde la coda

Il presidente della Consumerismo ha dichiarato: “In sostanza tali società venderebbero a caro prezzo a soggetti privati e aziende la possibilità di chiamare il consumatore senza essere bloccati o segnalati, migliorando così il tasso di risposta. E solo chi non aderisce a queste proposte commerciali, e non sborsa quindi denaro, verrebbe effettivamente bloccato sui telefonini degli utenti che hanno scaricato le app in questione. L’ignaro consumatore subisce oltre al danno la beffa: non solo non ottiene il blocco delle chiamate indesiderate, ma il suo numero e i suoi dati vengono venduti a terzi e utilizzati ai fini di telemarketing e ricerche di mercato”.

Mercoledì prossimo alla sala stampa della Camera la conferenza di presentazione del dossier

Le associazioni degli operatori telefonici Asseprim, Assocall, Assocontact, assieme a Consumerismo No Profit e Oic e con il contributo tecnico-scientifico degli esperti in cybersicurezza di Nevil, hanno organizzato per mercoledì 14 novembre alle ore 11:30 presso la sala stampa della Camera dei deputati una conferenza stampa di presentazione del dossier che attesta i comportamenti fraudolenti che si celano dietro le App anti-spam.
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