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Come d’Aria: storia del libro che nessuno voleva pubblicare e che vive oltre la morte della sua autrice

Pubblicato: 22/11/2023 18:01

Come un racconto intriso di dolore e rabbia, fatiche e improvvise gioie, viene cestinato dalle maggiori case editrici italiane. Per poi diventare un libro destinato a restare nella storia della letteratura. Di questo e molto altro, “anche di cose che non ho mai detto prima”, ha parlato Loretta Santini, la curatrice della casa editrice che ha scelto di pubblicare “Come d’aria” di Ada d’Adamo, opera vincitrice del Premio Strega 2023, edizione numero 77. L’ occasione per ripercorre le tappe del lungo percorso del caso editoriale dell’anno – in Italia e non solo, visto che sta per essere tradotto in 11 lingue – è stato la presenza della Santini all’edizione Off dell’Emporio letterario di Pienza 2023. Una giornata con quattro incontri su altrettanti libri, ospitata nel complesso di San Carlo Borromeo nella cittadina senese della Val d’Orcia.
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Santini: “L’ho letto in due ore ed ho deciso di pubblicarlo”

Loretta Santini di Eliot edizioni ha deciso di pubblicare il romanzo a gennaio di quest’anno, senza esitazioni e senza sottoporre lo scritto alla lunga trafila di rito: lettura dell’editor, riunione collettiva, discussione, rilettura da parte di altri ecc. ecc. “Io l’ho letto appena arrivato sulla mia mail, senza aspettare giorni come quasi sempre facciamo con una nuova proposta. Me lo aveva mandato un’amica-collega senza darmi nessuna informazione, dicendomi solo di leggerlo. L’ho finito in due ore e subito ho deciso di pubblicarlo”, ha ricordato Santini. Che ha poi descritto il percorso che “Come d’aria” ha affrontato, tra quelle pagine elaborate dall’autrice “nelle sue notti insonni e caratterizzate dal dolore della sua malattia, sotto gli effetti del cortisone”. Fino a vincere il più prestigioso premio letterario italiano (e molti altri).

Come d'Aria: storia del libro che nessuno voleva pubblicare e che vive oltre la morte della sua autrice

Daria, la figlia curata e amata fino all’ultimo giorno

“Ada aveva già scritto dei saggi sulla danza, la sua grande passione da quando era bambina, ma pur lavorando nel mondo dell’editoria non aveva mai pensato a un suo romanzo”. Invece “Come d’aria” prende forma da una lettera che d’Adamo scrive a Corrado Augias nel 2008, alcuni anni dopo la nascita della figlia Daria (da qui il gioco di parole nel titolo) avvenuta nel 2005: una bambina con una grave disabilità e alla quale l’autrice, investita di una grande responsabilità e spinta da una forte dedizione, rivolgerà tutte le sue attenzioni fino a quando morirà per un tumore al seno – diagnosticato nel 2017 – il 1° aprile di quest’anno. Nemmeno tre mesi dopo l’uscita del suo libro.

“Eliot, come piccola casa editrice, pubblica il libro dopo che Ada, anche grazie a molti amici e conoscenti del settore editoriale, aveva deciso di inviarlo alle case più importanti. Una decina di volte, ricevendo sempre un rifiuto”. La romana Eliot rompe il muro. “Noi non abbiamo i mezzi di giganti come Mondadori o Feltrinelli, né possiamo fare grandi pressioni sui distributori. Né sulle librerie indipendenti, un piccolo mito da sfatare, secondo me: non basta definirsi indipendenti per vantarsi di saper promuovere libri che meritano una buona vita”, sottolinea Santini. Poi per “Come d’aria” arriva la spinta dal basso, dal passaparola tra i lettori, il motore della riuscita di un’opera.

La macchina si è messa in moto. A febbraio c’è una presentazione in una nota libreria romana: per d’Adamo è allestita la sala piccola, “non quella grande. Ma all’evento si presentano almeno trecento persone e così passiamo nell’altro spazio. Al termine si avvicina il dirigente del Premio Strega e mi dice: ma non avete pensato di partecipare al premio? Ovviamente rispondo di no”, ricorda Santini. Che poi dell’opportunità Strega parlerà all’autrice, mentre in quei giorni Barbara Stancanelli – scrittrice e amica di Ada – candiderà “Come d’aria” all’edizione 2023 del concorso.

“Ada inizialmente non voleva, ne parlò a lungo con il marito, con me e altri, poi si convinse e disse di sì. Il libro – dice Santini – entrò subito nella dozzina dello Strega. Sapevo che le grandi case editrici, come sempre accade, vedevano questo libro con sufficienza: un caso di buone vendite per assicurare il minimo sindacale all’editoria così detta minore, ma nulla di più. Ma intanto il passaparola si allarga e il libro comincia a circolare e a vendere, fino a entrare nella cinquina dei finalisti”, ricorda Santini. Il resto è concentrato nelle settimane che, dal 7 giugno scorso con i voti (ben 199, per il secondo posto) poi decretano la cinquina della finalissima del 6 luglio, al Ninfeo di Villa Giulia a Roma.

“A quel punto dalle grandi case editrici cominciarono a guardarci in cagnesco – ricorda Santini – perché intuiscono che il libro di Ada può vincere. Non è più una sfida a due, tra i colossi editoriali, oggi i votanti sono 660 ed è più complicato per tutti gestire i pacchetti di voti che possono fare la differenza”. Alla finale al libro vincitore arrivano 185 voti contro i 170 di “Mi limitavo ad amare te” di Rosella Postorino, grande favorita della vigilia. “A quel punto succede tutto in gran fretta. Amazon impazzisce – spiega la editor – e nella stessa notte del premio riceve ordini per diecimila copie, che ovviamente non avevamo. Dovevamo stamparle e distribuirle, con la fascetta d’obbligo per la vittoria allo Strega. È stato un lavoro enorme. Poi sono arrivati la menzione del Campiello e i successivi premi, come quelli dei ragazzi del Premio Strega Giovani e del Premio Strega Off, per arrivare al premio SuperMondello e il Mondello Giovani 2023, fino al “Flaiano” speciale narrativa.

Come d’aria”, postumo involontario: D’Adamo morta prima del premio Strega

“Come D’aria” diventa così un caso editoriale postumo. Allo Strega c’erano state altre tre vittorie firmate da autori non più in vita: “Rinascimento privato” di Maria Bellonci, “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa e “Passaggio in ombra” di Mariateresa Di Lascia (nel 1995). “Stavolta lo scoglio, a mio avviso, della diffidenza verso libri che raccontano storie dolorose è stato superato. Anche perché Ada d’Adamo lo fa senza giudicare nessuno, parlando della sua vita che potrebbe essere quella di tante altre persone. Mi ha stupito molto che il libro sia piaciuto ai ragazzi più giovani, tra i 13 e i 16 anni. Loro hanno riconosciuto una delle qualità di questo libro, che è la sua verità. Forse i giovani con questo hanno voluto dirci qualcosa”. Così come Santini ha ricordato della d’Adamo che “il suo rigore nella scrittura è come quello imparato come danzatrice artistica, tra quelle giovanissime con il sangue che esce tra le punte dei piedi mentre si allenano e ballano. Ma loro devono sorridere sempre”.

La giovane Daria ha oggi quasi 18 anni, è sempre sottoposta a riabilitazione in un centro specialistico. La storia che parla soprattutto di lei ”è anche un libro politico? Sì, lo è”, ha concordato Santini con Raffaello Palumbo Mosca, che ha dialogato con lei a Pienza durante l’incontro. Sottolineando come “ormai periodicamente, il tema della legge 194 sull’interruzione di gravidanza torna con dei pretesti in discussione, dopo decenni dalla sua entrata in vigore”.

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2023 18:02