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“Alessandro mi ha rovinato la vita”. Le parole shock di Giulia Tramontano prima di essere uccisa

Pubblicato: 18/01/2024 21:11

“Ora basta, voglio rifarmi una vita da sola col mio bambino”. Giulia Tramontano lo aveva capito: meritava qualcosa di più per lei e per il suo bambino Thiago. Ed era pronta a prenderselo, prima che Alessandro Impagnatiello li uccidesse con 37 coltellate. Lo aveva detto a un’amica, Giulia, in un vocale inviato via WhatsApp, che ora è tra gli elementi depositati dalla Procura di Milano nel processo a carico di Impagnatiello, iniziato oggi.
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L’audio inviato all’amica

Giulia aveva mandato quell’audio all’amica dopo aver incontrato, il pomeriggio del 27 maggio, la 23enne italo-inglese con cui il fidanzato aveva una relazione parallela e poco prima di rientrare a casa a Senago, dove il 30enne barman poi l’ha uccisa. Di quelle confidenze fatte da Giulia poco prima di essere uccisa, poi, aveva già parlato a verbale l’amica, spiegando anche che Giulia le aveva detto: «Alessandro mi ha rovinato la vita».

Il video del baby-shower

Agli atti del processo l’aggiunto Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo hanno depositato anche un video della festa di “baby shower”, per festeggiare la futura nascita del piccolo, dello scorso marzo alla quale aveva partecipato tranquillamente anche Impagnatiello, che già da mesi stava avvelenando Giulia.

Per gli inquirenti si tratta dell’ennesima messa in scena di Impagnatiello a quella festa. Il video è importante anche perché si vede nella sala dell’abitazione un tappeto che, poi, non era presente nella scena del crimine e, dunque, il 30enne potrebbe averlo tolto prima di uccidere la fidanzata. Uno dei tanti indizi raccolti per l’aggravante della premeditazione. A marzo la giovane, parlando con le amiche e la madre, diceva che stava molto male di stomaco e da settimane. Già da dicembre, stando alle indagini, lui le stava somministrando nelle bevande topicida e ammoniaca.

La telefonata intercettata

In più, tra i vari elementi pure una telefonata intercettata il primo giugno, dopo l’arresto del 30enne, in cui suo fratello parlando con un amico diceva, in sostanza, a proposito del fatto che il barman aveva riferito agli investigatori di non avere un box (dove, invece, tenne nascosto il corpo): “Pensavo che mentisse perché là dentro aveva della droga”.