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Strage Altavilla Milicia, parla un’altra possibile vittima: “Carandente e Fina? Mi chiedevano di bruciare cose, stavano ingannando anche me”

Pubblicato: 21/02/2024 19:32

Sono ancora molti i punti oscuri della strage di Altavilla Milicia. A fare notizia sono le dichiarazioni fatte al suo legale, l’avvocato Giancarlo Barracato, da Giovanni Barreca, il muratore di 54 anni arrestato con l’accusa di avere sterminato la sua famiglia, la moglie e due figli di 16 e 5 anni, durante un rito di esorcismo. Secondo l’uomo, le sue tre vittime erano state “vinte dal diavolo”. Ma gli inquirenti sospettano che, dietro al massacro, compiuto secondo l’accusa con l’aiuto dei coniugi Sabrina Fina e Massimo Carandente, ci possa essere non solo il fanatismo religioso, ma anche molto più terreni interessi economici. Una pista porterebbe infatti dritta alla coppia di Sferracavallo. Ad avvalorare la tesi di una coppia diabolica, il racconto di un testimone, possibile vittima della coppia: “Stavano ingannando anche me. Ma poi grazie a Dio, il Signore mi ha aperto gli occhi”. 
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La testimonianza: “”Mi chiedevano di bruciare e buttare cose

L’uomo in una intervista telefonica andata in onda a “Pomeriggio Cinque” ha raccontato delle richieste bizzarre di Sabrina e Massimo e di come le ha, nel tempo, assecondate prima di rendersi conto della loro assurdità, quasi ipnotizzato dalla coppia diabolica. “Mi chiedevano di bruciare e buttare alcune cose. Mi stavano facendo esaurire – fa sapere il testimone – resto scioccato pensando con chi avevo a che fare”, conclude. 

I sospetti su Carandente e Fina

Potrebbe aggravarsi anche la posizione di Fina e Carandente. Secondo l’accusa la coppia, conosciuta sui social all’inizio dell’anno, sarebbe stata al corrente che la villetta dei Barreca era di proprietà della madre di Antonella. Erano disoccupati e in difficili condizioni economiche, per questo avrebbero deciso di fare qualcosa. Anche la figlia 17enne di Giovanni Barreca, arrestata pochi giorni dopo la strage, racconta che da qualche mese la coppia li aveva convinti della presenza del demonio nella loro casa, nella madre e anche nella nonna.

Sono diverse poi le testimonianze che confermano come Sabrina Fina e Massimo Carandente facessero fatica ad arrivare a fine mese e si sostenessero soltanto grazie alla pensione di invalidità di lui e al reddito di cittadinanza che, una volta terminato, li avrebbe messi in guai seri. Gli inquirenti hanno passato al setaccio la loro vita passata, non trovando però alcuna traccia di attività lavorative precedenti. Da qui il sospetto che il fanatismo religioso dei due fosse finalizzato ad estorcere denaro alle persone.

Le mire sulla casa dei Barreca

In pratica, i due avrebbero cercato di convincere in ogni modo Giovanni Barreca che nella sua casa dimorasse il diavolo. Ma poi, quando hanno capito che la moglie e la suocera non avevano alcuna intenzione di lasciare o di vendere l’abitazione, hanno iniziato a sostenere che il demonio fosse proprio dentro le due donne e al figlio più piccolo. Le loro insistenze sarebbero cresciute talmente tanto in appena un mese da giungere poi alle minacce, alle sevizie e alla violenze compiute negli ultimi giorni prima degli omicidi.

“È sussistente la rilevante plausibilità che gli indagati Carandente e Fina, se lasciati in libertà, si sottraggano alla pretesa di giustizia e c’è il rischio di reiterazione del reato per l’indole malvagia dei due”, scrive il giudice nell’ordinanza di custodia cautelare. “Mi auguro me li facciano incontrare entrambi. Per ora ho solo letto gli atti, ho bisogno di conoscerli per capire che tipo di difesa mettere in atto. – dichiara invece il loro nuovo avvocato, Marco Rocca, subentrato ai precedenti legali – È stato il fratello di Sabrina Fina (che conosce da tempo, ndr) a chiedermi di difendere la sorella, con la quale mi pare di aver percepito che i rapporti erano sporadici. Non c’era con Sabrina Fina una frequentazione assidua. È una vicenda terribile, in cui bisogna chiarire anzitutto i ruoli. Prima di ogni valutazione devo parlare con i miei assistiti”.
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Le deliranti dichiarazioni di Barreca in carcere

“Sono andato a trovarlo diverse volte, ma è difficile instaurare un dialogo. – racconta l’avvocato di Barreca – Il mio cliente riferisce di avere avuto il dovere di debellare il demonio. Non si rende neppure conto di stare in carcere. Ho incontrato una persona che non è consapevole della sua condizione. Ha come quadro costante davanti ai suoi occhi l’obiettivo raggiunto: avere sconfitto il demonio. Ho difficoltà a pensare a una strategia difensiva. Non mi trovo mai davanti ad una persona lucida”.

Barreca ha infatti dichiarato: “Mia moglie era stata vinta dal diavolo, così come i miei figli. Per fortuna sono arrivati Sabrina e Massimo”

“È consapevole che la moglie non c’è l’ha fatta ed è stata vinta dal diavolo così come i suoi figli, così va ripetendo. In questa sua azione dice che è stato aiutato dai due coniugi”, aggiunge il legale facendo sapere di stare valutando l’ipotesi di chiedere una perizia psichiatrica per il suo assistito.