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Anna morta dopo aver mangiato il tiramisù “vegano”, chiesto il processo per i produttori. L’accusa è gravissima

Pubblicato: 29/03/2024 18:34

Il Procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno chiesto il rinvio a giudizio per Giuseppe Loiero e per la madre Giovanna Anoia, rispettivamente legale rappresentante e responsabile delle linee produttive della Glg srl, l’azienda produttrice del “Tiramisun” con marchio Mascherpa. I due sono accusati di concorso in omicidio colposo per la morte di Anna Bellisario, deceduta il 5 frebbraio 2023 per aver assaggiato un tiramisù definito “vegano” ma che al suo interno conteneva del mascarpone. 
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I fatti

La giovane, fortemente allergica alle proteine del latte, il 26 gennaio 2023 si era sentita male dopo aver assaggiato quattro cucchiai del dolce, consumato insieme al suo fidanzato in un’hamburgheria vegana a Milano. Ricoverata in gravi condizioni al San Raffaele a seguito del fortissimo shock anafilattico, è morta nove giorni dopo. A carico dei due responsabili dell’azienda, lo scorso 15 gennaio, è stata emessa dal gip Fiammetta Modica una misura di interdizione dall’attività imprenditoriale per un anno e poi a fine gennaio è arrivata la chiusura delle indagini. In realtà, come scritto dai pm, quel dolce conteneva “mascarpone”.

Alla Glg, come emerso dagli atti, si “preparavano i prodotti vegani e non vegani nello stesso ambiente, in contemporanea e sullo stesso tavolo, si confondeva nella produzione di dolci l’uso di preparati di origine animale, come il mascarpone, e di ingredienti di origine vegetale”. E chi lavorava nel laboratorio non aveva una “formazione adeguata, tanto che un dipendente aveva seguito solo un corso di carattere generale di quattro ore sulla normativa vigente in tema di igiene degli alimenti”.
I due responsabili della Glg, interrogati dal gip, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, ma avevano depositato una memoria dicendosi “addolorati“.

Se nell’etichetta del prodotto almeno si fosse parlato di “tracce di lattosio o suoi derivati”, ha scritto il gip, la giovane “non avrebbe ordinato e consumato il dolce”, perché era sempre molto attenta. Sulla richiesta di processo dovrà esprimersi un gup, ma gli indagati potrebbero anche scegliere di patteggiare. Era stata chiesta dai pm, invece, l’archiviazione per altre posizioni iscritte nell’inchiesta, tra cui il titolare del fast food dove la ragazza aveva cenato quella sera col fidanzato. 

Ritirati dal commercio una serie di prodotti

Dopo la morte di Anna Bellisario, il ministero della Salute aveva ritirato dal commercio una serie di prodotti dichiarati vegani con “sospetta presenza di allergeni non dichiarati in etichetta”. Molti di questi prodotti facevano capo alla stessa Clg. I carabinieri dei Nas, a gennaio avevano eseguito un’ordinanza di divieto di esercitare attività d’impresa per un anno nel settore della produzione alimentare, come disposto dal gip Fiammetta Modica.
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