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L’Europa che non è mai esistita: ora più che mai serve un’identità che non è stata creata

Pubblicato: 15/04/2024 16:20

Io non sono di destra: sono un tinto, antico, democristiano, ma l’analisi culturale, più che politica, che fa Marcello Veneziani sul suo blog, mi convince anche se non mi identifica. Lui sintetizza che l’Europa è abortita: non ha più fondamenta storico Culturali, è diventata sterile, e la scelta di mettere il diritto all’aborto nei cardini della costituence europea ne è plastico simbolismo. L’Europa ha rinunciato alle sue matrici greche, romane e cristiane, di fatto è un transgender storico culturale, vive di consumismo e capitalismo globale, senza nemmeno dominarlo. L’aborto può essere un diritto civile, non un architrave di un Continente. Un vecchio continente, stravecchio più della Vecchia Romagna, sicuramente perdente sulla demografia, vera base dei popoli. Chi siamo noi europei oggi? Quale centro di gravità permanente, per dirla alla Battiato, abbiamo?

Abbiamo perso la Prima Roma, poi la Seconda -Bisanzio – con la terza -Mosca – siamo in guerra, gestiti dalla quarta, Washington, che è in declino da tempo e sta rinunciando al ruolo per implosione. 

Quali radici ed identità ha l’Europa? Quale ruolo, dopo 80 anni di protettorato americano?

In un mondo a blocchi evolutivi competitivi essere fluidi e basta significa essere assorbiti. Come fu dopo la caduta dell’impero romano fino a Federico secondo stupor mundi.

Fummo in mano ai vari Vandali, Arabi per 500 e passa anni.

Però una domanda mi sorge. Perché una persona capace di tale analisi, Marcello Veneziani, che sa sicuramente dove è Times Square, non è ministro della Cultura in Italia nel governo Meloni? 

Forse perché anche la destra italiana è pervasa da una cancel culture, per cui va bene la Pesca di Esselunga ed avanti così? Basta prendere voti nel mondo fluido e cangiante, cambiando opinione alla velocità, fotonica, con cui la cambiano gli italiani, in un o tempora o mores alla mezza giornata? 

Se l’Italia che cambia l’Europa è senza un pensiero convincente e condiviso, saremo in balia delle onde come la zattera di Theodore Géricault esposta al Louvre.