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Autovelox non omologati: le multe annullate e rimborsate. Il Veneto rischia di dover sborsare 16 milioni di euro

Pubblicato: 20/04/2024 10:17

Un pasticciaccio, per dirla con Gadda, quanto sta succedendo in Veneto sul fronte dei famigerati autovelox. Eh sì, perché la sentenza della Cassazione fa tremare le casse comunali. La suprema corte ha infatti accolto l’opposizione di un avvocato per una multa, sostenendo che gli autovelox dovrebbero essere autorizzati e anche omologati. Ma in realtà non è così perché molti di quelli veneti, in particolare quelli di Treviso, non hanno l’omologazione. E così vediamo insieme cosa può succedere.

I ricorsi al giudice di pace

A questo punto, chiunque prenda una multa può adire al giudice di pace per farsela annullare. Non solo: se l’autovelox che l’ha fatta comminare è solo autorizzato ma non omologato può vincere e riavere indietro i soldi. La questione rappresenta un vero problema per le casse comunali venete, visto che, secondo i dati 2022 su 2,7 miliardi totali di multe pagate dagli automobilisti, 51 milioni veniva dal Veneto e 16 si incassavano con i velox. Treviso incassa 4 milioni ogni anno. «Dal 2020 il ministero ha fatto solo autorizzazioni, ritenendo equivalenti ai fini sanzionatori le due procedure», spiega al Corriere del Veneto il direttore dell’Anci locale Carlo Rapicavoli. «I comuni, legittimamente, si sentivano in regola data l’indicazione dei ministri competenti. Ma la recente sentenza smentisce l’interpretazione sempre sostenuta dal ministero». 

Il botta e risposta legale

Il caso su cui ha deciso il Palazzo di Giustizia riguarda un avvocato che correva a 97 chilometri orari con il limite a 90 in tangenziale. Il giudice di pace e quello ordinario avevano accolto la tesi del legale sull’autorizzazione e l’omologazione. Il Comune ha fatto ricorso in Cassazione e, la sentenza impugnata, ha operato una distinzione tra i due procedimenti. «L’approvazione non richiede la comparazione del prototipo con caratteristiche ritenute fondamentali o con particolari prescrizioni, mentre l’omologazione autorizza la riproduzione in serie di un apparecchio testato in laboratorio», hanno scritto i giudici.