
Zelensky è il grande escluso dalla cerimonia di insediamento di Trump alla Casa Bianca. Il Presidente ucraino ha fatto di tutto per esserci, ma alla fine ha dovuto congratularsi con The Donald attraverso un messaggio su X. Una brutta botta per il Presidente ucraino ma anche per l‘Europa.
L’eventuale disimpegno americano costringerebbe l’Unione Europea a rivedere le sue posizioni e la metterebbe di fronte a un bivio drammatico: cambiare le politiche attuate sino a ora, oppure farsi carico della guerra con Putin senza poter contare sull’ombrello americano. Una situazione spinosa specialmente per Macron, che sul conflitto si è sbilanciato più degli altri leader europei.
L’arrivo di Trump alla Casa Bianca, dunque, segna un cambio di rotta per l’Ucraina, che si trova costretta ad affrontare una nuova fase nelle sue relazioni internazionali. Zelensky si è dovuto accontentare di congratularsi attraverso un tweet: “Ti auguriamo successo, presidente“, ha scritto il leader ucraino. Ma al di là dell’augurio, emerge chiaramente la frustrazione di Kiev.

Il tentativo di Zelensky e le ironie di Donald Jr.
Secondo alcuni rumors, Zelensky avrebbe cercato in ogni modo di essere presente all’inaugurazione di Trump, arrivando a offrire, tramite lobbisti, una somma consistente per ottenere l’invito. Le voci, rilanciate dai canali Telegram di opposizione, parlano addirittura di centomila dollari offerti ai lobbisti ucraini in America, ma l’invito non è mai arrivato.
Donald Jr., il figlio del tycoon, ha addirittura ironizzato sulla situazione, sostenendo che Zelensky avesse “provato tre volte, sottobanco“, a contattare il team del padre per partecipare all’evento. Il presidente ucraino, secondo questa versione, avrebbe voluto mostrare al mondo che la musica non era cambiata, ma le sue speranze sono andate deluse.
L’amaro tweet e le speranze di cambiamento
“Oggi è giorno di cambiamento e di speranza per la risoluzione di molte sfide globali”, ha scritto Zelensky sul social di Elon Musk. “Trump è sempre risoluto e la politica di pace attraverso la forza da lui annunciata offre l’opportunità di rafforzare la leadership americana e raggiungere una pace giusta e duratura. Ci aspettiamo una cooperazione reciprocamente vantaggiosa. Saremo più forti, insieme”. Un messaggio che suona come una speranza, ma rivela anche molta preoccupazione.

La mutata posizione dell’Ucraina
Nel corso dei mesi, la linea politica dell’Ucraina è cambiata radicalmente. Le promesse di recuperare i territori persi nel 2014, tra cui la Crimea e il Donbass, sembrano ormai un lontano ricordo. Le difficoltà sul campo, con i russi che avanzano lentamente nel Donbass, hanno costretto Kiev a rivedere gli obiettivi, mentre la guerra ha cominciato a gravare pesantemente sul popolo e sul governo.
La mobilitazione abbassata a 18 anni e la possibilità di elezioni in primavera non sembrano rassicurare sul futuro. La legge marziale, che limita fortemente le libertà civili, potrebbe presto giungere al termine, ma la domanda che circola in Ucraina è se davvero si avvicini la fine della guerra o se si tratti solo di una nuova fase, ancora più complessa.
I negoziati di Putin e la visione di Trump
Mentre l’aria si fa più tesa, la proposta di Trump di promuovere la pace attraverso la forza ha suscitato diversi interrogativi. Se da un lato la sua retorica pacifista è accolta positivamente da alcuni, dall’altro non mancano dubbi sulla sua realizzazione. “Trump lancia appelli generali alla pace senza entrare nei dettagli”, afferma Vladimir Fesenko, direttore del think tank Penta.

La promessa di pace di Trump ad alcuni sembra essere una mera manovra politica, più che un piano concreto. Anche le parole di Putin, che ha espresso apprezzamenti nei confronti del nuovo presidente americano, indicano un gioco di potere in cui ogni mossa è studiata per guadagnare terreno.
La paura di una pace illusoria
Le voci in Ucraina sono contrastanti: mentre alcuni sperano che la diplomazia possa portare a una fine del conflitto, molti temono che un’eventuale tregua non faccia altro che preparare il terreno per nuove guerre. La delusione per la mancata realizzazione delle promesse fatte dai precedenti leader internazionali ha lasciato un senso di scetticismo tra la popolazione.
Per il politologo Ruslan Bortnik, il cambio di passo non riguarda l’Ucraina, ma un nuovo equilibrio tra Stati Uniti e Russia. In ogni caso, il futuro della guerra in Ucraina rimane incerto, e l’amaro boccone per Zelensky potrebbe essere solo l’inizio di un’altra fase del conflitto, in cui le speranze di pace potrebbero rivelarsi fragili.