
«Vedrò il ministro, ci sono anche valutazioni di opportunità». Giorgia Meloni continua lungo la sua linea: non un attacco diretto a Daniela Santanchè, ma nemmeno una sua difesa. Rispondendo alla stampa in queste ore, la premiera ha sottolineato che una riflessione sul rinvio a giudizio per falso in bilancio del ministro del turismo è ancora in corso. «Non credo che un rinvio a giudizio sia per esso stesso motivo di dimissione. Penso anche che il ministro Santanchè stia lavorando ottimamente. La valutazione che semmai va fatta è quanto questo possa impattare sul suo lavoro di ministro. E questo è quello su cui in questo momento non ho le idee chiare».
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Meloni in viaggio a Gedda
Il nodo della questione, secondo Giorgia Meloni, non è il rinvio a giudizio ma è l’opportunità di restare al proprio posto in un incarico tanto delicato, almeno se questo incarico non può essere svolto nella maniera più opportuna da una persona che ha anche altro di cui occuparsi. «Negli ultimi giorni – ha spiegato ai giornalisti Giorgia Meloni – ho sentito ricostruzioni infondate ma mi rendo conto che anche il mio silenzio possa averle alimentate. Non c’è alcun braccio di ferro, preoccupazione o imbarazzo che mi porterebbe a saltare addirittura le sedute del consiglio dei ministri». La premier ha chiarito che le due si incontreranno nelle prossime ore.
La presidente del Consiglio ha anche parlato anche del caso Almasri: «È stato riportato in Libia per ragioni di sicurezza» ha detto con riferimento al caso del carceriere libico arrestato, rimesso in libertà e rimandato a casa con un volo di Stato nonostante un mandato di cattura della Corte penale internazionale dell’Aja. «Almasri non è stato liberato su disposizione del governo, non è stata una nostra scelta. Almasri è stato liberato su disposizione della Corte d’Appello di Roma. Il governo, di fronte a un soggetto pericoloso, ha deciso di espellerlo immediatamente e in moltissimi casi di detenuti da rimpatriare pericolosi non si usano voli di linea anche per la sicurezza dei passeggeri. È una prassi usata anche in precedenza. La Corte dell’Aia chiede chiarimenti? Li daremo. Ma ne chiederemo anche: specie sui tempi».
Sui magistrati: «Rammaricata per l’atteggiamento dell’Anm»
Sulle critiche dei magistrati alla riforma della Giustizia, che ha portato oggi – all’inaugurazione dell’Anno giudiziario – a proteste in tutti i tribunali italiani, Meloni ha detto: «Le proteste sono sempre legittime, ma mi rammarica questo atteggiamento dell’Anm per cui ogni riforma sul tema giustizia diventa un’Apocalisse, una fine del mondo che bisogna sempre criticare senza se e senza ma. Credo non giovi neanche ai magistrati stessi perché quando ci si siede ad un tavolo un punto d’incontro si trova sempre. Mi corre ricordare però che l’articolo 49 della Costituzione dice che i cittadini hanno il diritto di associarsi in partiti politici per concorrere in metodo democratico alla determinazione della politica nazionale. Questo significa che i cittadini si organizzano in partiti politici, votano, decidono quali devono essere le scelte della politica. Stiamo facendo qualcosa di perfettamente adeguato alla Costituzione che non dice che la giustizia non si può riformare».