
Sottratto ai suoi genitori biologici quando aveva solo cinque mesi, Sebastiano Notarnicola ha vissuto per dodici anni con una coppia che lo teneva nascosto. La donna che lo rapì, non potendo avere figli, lo chiamò Hermann e, insieme al marito, gli offrì un’infanzia lontana dal mondo per nascondere che quel bambino dai capelli rossi era in realtà figlio di Annamaria Desiati e Giovanni Notarnicola, una coppia milanese.
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La svolta nella sua storia avvenne quando Sebastiano fu mandato in collegio, dove una sua foto venne pubblicata su un settimanale distribuito nelle parrocchie. Grazie a quell’immagine, una cugina del padre biologico lo riconobbe e avvisò la famiglia.
Il rapimento
Sebastiano racconta a Fanpage.it di essere stato sottratto il 20 aprile 1978, quando sua madre, rispondendo a un annuncio per abiti usati, incontrò una donna che si presentò come assistente sociale. “Quella mattina, in un bar di corso Vercelli a Milano, mia madre mi affidò a lei perché voleva comprarmi dei vestiti. Ma non tornò più.” Annamaria ricorda quei momenti drammatici: “Chiamai subito i carabinieri, ma l’indirizzo che mi aveva dato era falso. Ero disperata.”
Una vita nascosta
La donna che lo rapì lo tenne nascosto, spacciandolo per suo figlio nato prematuro. “Non potevo andare a scuola, ma quello che credevo mio padre mi insegnò a leggere e scrivere. La mia infanzia fu solitaria, ma non brutta. A sette anni sapevo già guidare moto e camion,” racconta Sebastiano.
Il riconoscimento
Dopo anni di ricerche, una foto pubblicata su una rivista portò alla sua identificazione. “Il DNA confermò che era mio figlio,” spiega Annamaria, che poté riabbracciarlo solo quando lui aveva 16 anni.
Il legame difficile
“Non è colpa sua, ma non riesco a vederla come mia madre,” confessa Sebastiano. “Sono cresciuto con un’altra famiglia e per me è difficile costruire legami.”
Oggi Sebastiano vive il ricordo di due vite: “Hermann mi ricorda la serenità dell’infanzia, mentre Sebastiano è legato alle difficoltà del ritorno.”