
Le conseguenze della crisi infinita dell’economia tedesca cominciano a farsi sentire pesantemente in Europa e, inevitabilmente, anche in Italia, che della Germania è partner principale. I numeri dicono che il nostro Paese non cresce più. Quello che non dicono è che i vertiginosi aumenti dei costi dell’energia, che si riflettono su tutti i settori, stanno prosciugando le famiglie, i servizi e il commercio.
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L’Italia arranca: l’economia in stagnazione
Il prodotto interno lordo italiano nell’ultimo trimestre del 2024 ha fatto registrare una variazione nulla, segnalando una stasi preoccupante per la crescita economica del Paese. In termini di valori reali, l’economia italiana ha infatti segnato una crescita di appena lo 0,5% per l’intero anno, un dato che rivela le difficoltà dei diversi comparti.
Settori a rischio: il primario in forte flessione
Un’analisi più approfondita delle performance settoriali mostra chiaramente la fragilità dell’economia italiana. Malissimo il settore primario: agricoltura, silvicoltura e pesca hanno subito un pesante crollo, in parte dovuto agli effetti della crisi in corso e a problematiche interne legate anche a difficoltà strutturali. Come noto, poi, l’automotive è in costante discesa in tutta Europa, altro dato che ci penalizza.

Alcuni segmenti, come il comparto industriale, sono riusciti a registrare una modesta ripresa, sulla quale però, nel prossimo futuro, pesano i timori per i dazi americani in arrivo e per le conseguenze delle difficoltà tedesche che si riflettono sulla produzione di accessori, soprattutto nel settore automobilistico. Insomma, il dato complessivo non basta a invertire la rotta e rischia di essere solo temporaneo.
Un anno difficile per l’industria, ma leggera ripresa
Nonostante la flessione generale, il settore industriale ha mostrato segni di un modesto recupero, contrastando parzialmente il declino dei settori primari e dei servizi. La variazione congiunturale del quarto trimestre mostra comunque un equilibrio instabile, con segnali positivi in alcuni ambiti industriali, ma con il calo di altre aree fondamentali per il benessere economico nazionale.
Il futuro non si presenta roseo
Le proiezioni per il 2025 non sembrano offrire grandi spunti di ottimismo. Con l’economia tedesca che continua a lottare con difficoltà interne, la stabilità economica dell’Eurozona, e quindi quella dell’Italia, appare molto incerta. A questo si aggiunge la preoccupazione per la “svolta americana“, che va in una direzione pericolosa per l’Europa.

Gli interventi necessari per stimolare una ripresa sono urgenti, ma i tempi e i modi restano al centro di un dibattito acceso tra governo e istituzioni europee. Il rallentamento italiano non è dunque una questione isolata, ma parte di una più ampia dinamica che coinvolge l’intera area euro.
Il cammino per superare questa crisi potrebbe rivelarsi lungo e tortuoso, con l’Italia che si troverà a dover affrontare, insieme ai suoi partner europei, le sfide di un’economia globale sempre più interconnessa e vulnerabile alle turbolenze esterne.