
La guerra commerciale tra Usa e resto del mondo si intensifica. Dopo l’introduzione dei dazi del 10% sugli import di beni cinesi, la reazione non si è fatta attendere e la Cina ha annunciato contromosse altrettanto decise. Pechino, attraverso il ministero del Commercio, ha dichiarato che adotterà contromisure che saranno “corrispondenti” a quelle imposte dagli Stati Uniti.
Il governo cinese ha sottolineato che le guerre commerciali non hanno vincitori, ma che la Cina si opporrà fermamente a queste tariffe “unilaterali” che danneggiano il Made in China e violano le regole internazionali. Pechino ha inoltre confermato l’intenzione di ricorrere all’Organizzazione Mondiale del Commercio per contrastare le politiche commerciali statunitensi.
Il cuore della protesta cinese riguarda l’uso della questione Fentanyl come giustificazione per le tariffe, accusando Trump di utilizzare questo pretesto per danneggiare l’economia cinese. Nonostante le accuse rivolte alla Cina sulla lotta al narcotraffico, Pechino si definisce come uno dei Paesi più severi al mondo contro il traffico illecito di sostanze, e assicura che la lotta contro il Fentanyl è portata avanti con politiche rigide.

Messico e Canada: una risposta con dazi
Non solo la Cina, ma anche gli storici alleati degli Stati Uniti si preparano a rispondere ai dazi. Il Messico, dopo aver visto applicati dazi del 25%, ha minacciato ritorsioni. Claudia Sheinbaum, presidente messicana, ha dichiarato che il Paese imporrà dazi sui prodotti americani come risposta alla politica protezionistica di Trump.
Anche il Canada ha preso una posizione simile. Justin Trudeau ha annunciato che il suo Paese imporrà dazi doganali del 25% su prodotti americani per un valore complessivo di 155 miliardi di dollari canadesi (circa 102 miliardi di euro), oltre a portare la disputa davanti al Wto.
Trump: “Vale la pena il prezzo da pagare”
Nonostante le reazioni internazionali, Trump non sembra voler fare passi indietro. In un recente discorso, ha ribadito che, sebbene i dazi possano provocare “un po’ di dolore” anche all’economia statunitense, il gioco vale la candela per “rendere l’America di nuovo grande“.
Il presidente ha anche colto l’occasione per lanciare una provocazione ai canadesi, ricordando loro che senza le sovvenzioni Usa, il Canada “cesserebbe di esistere come Paese vitale“, e insistendo sul fatto che il Canada dovrebbe diventare il 51° Stato degli Stati Uniti.

L’Europa si prepara a rispondere
Anche l’Unione Europea sta attentamente monitorando la situazione e non esclude di rispondere a eventuali nuovi dazi statunitensi. Secondo un portavoce della Commissione Europea, l’Ue si è già rammaricata per le decisioni di Washington di colpire il Canada, il Messico e la Cina con tariffe doganali.
Se gli Stati Uniti dovessero persistere in questa linea, l’Europa “reagirà con fermezza“. Le ipotesi sulla possibile risposta europea includono nuove tariffe su settori strategici e su prodotti come il whiskey, il bourbon, i Suv, i pick-up e anche le moto Harley Davidson. Inoltre, l’Unione potrebbe rendere più difficile per le aziende tecnologiche americane, come Microsoft e Tesla, accedere agli appalti pubblici europei.
La guerra commerciale tra le potenze globali è in piena bagarre, e le ripercussioni economiche potrebbero essere devastanti per molti settori. Con l’Europa pronta a colpire l’economia statunitense, e la Cina a difendere i propri interessi, il futuro delle relazioni commerciali internazionali appare incerto. Le prossime mosse di Trump e le risposte degli altri Paesi saranno centrali per definire il corso di questa contesa globale.