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Europa, passi avanti sulla difesa comune: e si può rivedere il patto di stabilità

Pubblicato: 04/02/2025 14:56

L’Unione Europea sta compiendo passi avanti verso una maggiore integrazione nel settore della difesa, spinta dall’instabilità geopolitica derivante dalla guerra in Ucraina e dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Il Consiglio europeo informale tenutosi a Bruxelles ha evidenziato una convergenza tra gli Stati membri sulla necessità di reperire fondi per rafforzare le capacità militari.

Il primo ministro portoghese Luis Montenegro ha riassunto il sentimento generale: “Tutti gli Stati membri hanno avanzato nelle loro posizioni, non è ancora un consenso pieno, ma la direzione è chiara: essere rapidi e avere gli strumenti finanziari per esserlo”.

L’apertura di Ursula von der Leyen

Un segnale forte è arrivato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha aperto alla possibilità di usare la flessibilità del nuovo Patto di stabilità e crescita per incrementare la spesa per la difesa. “C’è grande urgenza di aumentare la spesa per la difesa e per questo servono più fondi pubblici”, ha dichiarato. Questa apertura arriva a venti giorni dalle elezioni politiche in Germania e segna una svolta nella strategia europea dopo anni di esitazioni.

Il declino dei “Paesi Frugali”

Una delle novità più rilevanti emerse dal vertice è il declino del fronte dei “Paesi Frugali“, che in passato si erano opposti a spese comuni senza rigorose contropartite. In particolare, i Paesi Baltici, direttamente minacciati dalla Russia, ora chiedono finanziamenti congiunti per la difesa.

Lituania, Lettonia ed Estonia si sono espresse a favore di strumenti come prestiti congiunti e obbligazioni per finanziare il rafforzamento militare. La Lituania ha anche criticato l’idea della Commissione di posticipare le decisioni al prossimo Quadro finanziario pluriennale 2028-2034, sottolineando che le misure servono “oggi, non domani”.

Le tensioni con Trump e il rischio di dazi

Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha creato ulteriori pressioni sui leader europei. Trump ha definito l’Ue “un’atrocità” e ha minacciato nuovi dazi sulle esportazioni europee. Le reazioni dei leader Ue sono state diverse.

Mentre il presidente francese Macron ha rilanciato l’idea di un “buy European” nel settore degli armamenti, per ridurre la dipendenza dall’industria americana, il premier polacco Donald Tusk ha sottolineato la necessità di evitare una guerra commerciale con gli Usa. “Sarebbe un paradosso crudele se, con una minaccia russa diretta, ci mettessimo a creare conflitti con i nostri alleati”, ha avvertito Tusk.

Il ruolo della Nato e i rapporti con il Regno Unito

Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha evidenziato che la bilancia commerciale tra Ue e Usa nel settore della difesa è sbilanciata a favore di Washington per 180 miliardi di euro. L’aumento dei budget militari europei, secondo Rutte, potrebbe portare benefici anche agli Usa, con acquisti di armamenti americani.

Anche il Regno Unito ha partecipato alle discussioni sulla difesa europea. Il premier britannico Keir Starmer ha ribadito che il rafforzamento della cooperazione con l’Ue su difesa e sicurezza è una priorità per Londra, confermando il supporto congiunto all’Ucraina e l’allineamento con la Nato.

Conclusioni

La riunione del Consiglio europeo ha confermato un cambiamento di paradigma nella politica di difesa dell’Ue. Se da un lato vi è un consenso crescente sulla necessità di un aumento della spesa militare, dall’altro restano divergenze su come finanziarla e su quali alleanze privilegiare. L’Europa si trova ora a dover bilanciare il rafforzamento della propria industria della difesa con il mantenimento di relazioni solide con gli Stati Uniti, in un contesto internazionale sempre più instabile.

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