
Giorgia Meloni lancia un appello alla prudenza. Secondo la presidente del Consiglio, il vero rischio legato ai nuovi dazi Usa non risiede tanto nell’impatto economico immediato, quanto nelle possibili reazioni emotive e speculative del mercato. “Il panico e l’allarmismo possono causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi”, ha affermato la premier durante la riunione del Consiglio dei ministri, invitando tutte le istituzioni a riportare la discussione alla “reale dimensione del problema”.
Meloni ha ricordato come la presidente della BCE, Christine Lagarde, abbia stimato un effetto dei dazi Usa del 25% su prodotti europei in una riduzione del PIL dell’area euro di 0,3 punti percentuali. Per la premier, quindi, dazi al 20% – come quelli ipotizzati dall’amministrazione Trump – dovrebbero produrre un impatto “affrontabile”. Ma è l’effetto psicologico a preoccupare maggiormente: un’eventuale ondata di sfiducia potrebbe infatti innescare una contrazione dei consumi e degli investimenti, con ripercussioni ben più gravi.
Sul piano politico, Meloni ha ribadito la sua contrarietà alla misura statunitense. “Penso che questa decisione dell’amministrazione Trump sia sbagliata, perché le economie delle nazioni occidentali sono fortemente interconnesse e politiche protezionistiche così incisive danneggeranno non solo l’Unione europea, ma anche gli Stati Uniti”. In particolare, ha sottolineato come l’Italia, con la forza del Made in Italy e un export verso gli Usa pari al 10% del totale, abbia molto da perdere in termini di scambi commerciali.
Il governo si prepara a una risposta strutturata. Meloni ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro con i due vicepremier e i ministri competenti, che si riunirà lunedì per esaminare i possibili impatti settoriali. Il giorno successivo, martedì 8 aprile, il confronto si allargherà alle categorie produttive, convocate a Palazzo Chigi. L’obiettivo, spiega la premier, è costruire una linea d’azione nazionale e una strategia di negoziato con Washington, ma anche definire una proposta unitaria da presentare a Bruxelles.
Meloni vede in questa crisi una possibile occasione. “Questo nuovo choc che colpisce l’Europa, dopo la pandemia e la guerra in Ucraina ancora in corso, può essere l’occasione per affrontare questioni irrisolte all’interno dell’Unione”. La premier ha citato in particolare le “regole ideologiche del Green Deal”, la necessità di rafforzare la competitività delle imprese, accelerare sul mercato unico e avviare una semplificazione normativa. “Troppo spesso – ha detto – l’Europa si è autoimposta dazi, soffocando la propria economia con vincoli eccessivi”.