
Papa Francesco, assediato dalla nostalgia, ha sempre sognato di tornare in Argentina, la sua terra natale, dove la vita per le strade di Buenos Aires e il contatto con la sua gente lo avevano profondamente segnato. Tuttavia, le circostanze politiche e le sue condizioni di salute hanno decretato un “esilio” forzato, una distanza perpetua dalla sua patria che ha plasmato la sua figura di pontefice. Ma perché non ha mai fatto ritorno nel suo paese?
La politica argentina e la prudenza di Francesco
Francesco è sempre stato consapevole che, se la Provvidenza lo avesse condotto fino a Plaza de Mayo, sarebbe stato trasformato in un trofeo per la Casa Rosada, la sede del governo argentino, indipendentemente da chi fosse l’inquilino di turno. Nonostante le sue parole affettuose ogni volta che gli veniva chiesto del ritorno, ha scelto di agire con cautela e prudenza, rifiutando ogni volta che la sua visita sembrava ormai certa, soprattutto in occasione dei cambi di governo.
La relazione di Francesco con l’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner è stata altalenante, segnata da vicinanze e distanze. Non dimenticò mai che suo marito, Néstor Kirchner, aveva cercato di ostacolare la sua elezione a pontefice, ma nonostante ciò, Bergoglio non fece mai mancare il suo sostegno a Cristina in momenti delicati, come quando fu operata d’urgenza per un ematoma cranico o durante il tentato attentato a Buenos Aires. Nonostante questi gesti di vicinanza, Francesco prese una decisione netta fin dal suo arrivo in Vaticano: non sarebbe mai tornato in Argentina finché Cristina fosse rimasta alla Casa Rosada.
Con Mauricio Macri, le divergenze politiche e ideologiche furono evidenti fin da subito. Il primo incontro tra il papa e l’ex presidente argentino, avvenuto in Vaticano, durò solo 22 minuti ed ebbe un tono freddo e distaccato. Le posizioni di Francesco su Macri erano ben chiare, in disaccordo con le sue politiche economiche e sociali. Nonostante le continue speculazioni sulla possibilità di un suo ritorno durante il governo di Macri, Francesco non prese mai in considerazione un viaggio in patria durante il suo mandato.
Il periodo con Alberto Fernández e il tradimento sulla legge sull’aborto
Quando Alberto Fernández divenne presidente, la situazione sembrava favorevole per un ritorno. I due si conoscevano da anni e tra loro esisteva una relazione di fiducia personale. Tuttavia, questa fiducia venne infranta quando Fernández, nonostante avesse promesso a Francesco di non introdurre la legge sull’aborto, spinse la legge in Congresso. Questo tradimento segnò irrimediabilmente il rapporto tra il pontefice e il presidente argentino, facendo sfumare qualsiasi speranza di un ritorno.
Durante la campagna elettorale, Javier Milei, il candidato libertario, aveva criticato duramente papa Francesco. Tuttavia, Francesco, nel suo incontro con Milei a San Pietro, mostrò una spontaneità inaspettata, accogliendolo calorosamente dopo la canonizzazione di Mama Antula. Questo gesto, pur non cambiando radicalmente la posizione di Milei, evidenziò la sua apertura e la volontà di ascoltare, pur rimanendo fedele alle proprie convinzioni.
Un ritorno incompiuto
Il ritorno di papa Francesco in Argentina rimane una promessa mai realizzata, un sogno incompiuto per il pontefice. Ma, nonostante le difficoltà politiche e le circostanze personali, la nostalgia per la sua terra non è mai svanita dal suo cuore. L’Argentina, seppur lontana fisicamente, è sempre rimasta una parte fondamentale del suo essere.