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Riccardo Di Segni, il rabbino di Roma ai funerali del Papa nel rispetto dello Shabbat: ecco perché

Pubblicato: 23/04/2025 18:37
riccardo di segni e papa francesco

Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità ebraica di Roma, parteciperà sabato mattina ai funerali di Papa Francesco in Piazza San Pietro. La sua presenza è stata confermata dalla Comunità ebraica, che ha sottolineato come la decisione sia stata presa “nel rispetto dello Shabbat”, dopo un consulto con autorità rabbiniche europee e israeliane.

A piedi verso San Pietro, senza violare le regole dello Shabbat

Nel rispetto del precetto religioso che regola il settimo giorno della settimana, Di Segni raggiungerà a piedi Piazza San Pietro, evitando l’uso dell’automobile. Nella tradizione ebraica, lo Shabbat – che inizia al tramonto del venerdì e termina al tramonto del sabato – è dedicato al riposo, alla preghiera e alla famiglia, e prevede l’astensione da numerose attività, tra cui cucinare, scrivere, usare dispositivi elettronici o spostarsi in auto.

Tra le attività vietate vi è anche la partecipazione a cerimonie funebri, poiché potrebbero richiedere azioni contrarie ai precetti dello Shabbat, come scrivere messaggi di cordoglio o viaggiare.

Precedenti illustri: tra Strasburgo e Westminster

Non è la prima volta che un esponente del mondo ebraico partecipa, con accorgimenti specifici, a eventi solenni di sabato.

Nel 2017, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu partecipò a Strasburgo ai funerali dell’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl. Per evitare polemiche con i partner ultraortodossi del suo governo, fu specificato che Netanyahu aveva raggiunto a piedi il luogo della cerimonia e non aveva firmato il registro ufficiale delle presenze.

Un altro esempio significativo è quello del Rabbino capo del Regno Unito Ephraim Mirvis, che il 6 maggio 2023 partecipò all’incoronazione di Re Carlo III a Westminster. Anche in quel caso, fu adottata una soluzione rispettosa: Re Carlo invitò il rabbino e sua moglie a dormire presso il St. James’s Palace, residenza reale situata a breve distanza a piedi dall’Abbazia, per permettergli di presenziare senza violare lo Shabbat.

Mirvis spiegò pubblicamente la decisione, ricordando come anche il suo predecessore, Rabbi Hermann Adler, fece lo stesso in occasione dell’incoronazione di Re Edoardo VII nel 1902.

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