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L’UE ha multato Meta e Apple, ma che fine ha fatto X di Musk? Il retroscena

Pubblicato: 24/04/2025 17:24

Mercoledì l’Unione Europea ha inflitto multe pesanti a Apple e Meta, accusate di aver violato le norme antitrust digitali. Ma l’azione immediata ha suscitato un’interrogazione naturale: che fine ha fatto l’indagine su X? L’ex Twitter è oggetto di un’indagine distinta, avviata sulla base del Digital Services Act (DSA), per la sua gestione dei contenuti e le politiche aziendali adottate dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk nel 2022. Eppure, nessuna sanzione è stata ancora comminata, sollevando interrogativi su possibili motivazioni politiche dietro i ritardi.

I punti al centro dell’indagine

La Commissione Europea ha avviato l’inchiesta alla fine del 2023, esaminando cinque aree chiave di possibile violazione:

  • Gestione dei contenuti illegali e strumenti di segnalazione.
  • Contrasto alla disinformazione, in particolare attraverso le Community Notes.
  • Trasparenza pubblicitaria.
  • Accesso ai dati da parte dei ricercatori.
  • Progettazione ingannevole, in riferimento ai segni di spunta blu acquistabili.

Nel luglio 2024, l’UE ha confermato che X è effettivamente in violazione in almeno tre di questi ambiti. Tuttavia, l’indagine è ancora in fase di confronto con la piattaforma.

Nel frattempo, a gennaio l’indagine è stata ampliata, includendo l’esame delle politiche di moderazione, dopo che Musk ha ospitato una controversa intervista alla leader dell’estrema destra tedesca Alice Weidel.

Una piattaforma “molto grande” con obblighi speciali

X è classificata come piattaforma online molto grande (VLOP) ai sensi del DSA. Questo la sottopone a regole più stringenti, proporzionali alla sua influenza.

L’indagine su X è una delle dieci inchieste in corso da parte dell’UE, insieme a quelle su AliExpress, TikTok, Temu, Facebook e Instagram. Per rafforzare i controlli, la Commissione ha aumentato il personale dedicato al DSA, aggiungendo 60 esperti ai 127 già attivi.

Ritardi tra questioni legali e pressione politica

Il DSA tocca temi sensibili come la libertà di espressione e la disinformazione, ambiti su cui Elon Musk ha preso posizioni forti. In particolare, ha accusato l’UE di tentativi di censura, affermando che la Commissione gli avrebbe proposto un “accordo segreto” per rimuovere contenuti scomodi in cambio della non applicazione di sanzioni.

Anche Donald Trump ha attaccato il DSA, definendolo un ostacolo alla libertà degli americani, mentre le relazioni transatlantiche vivono un periodo di forte tensione.

A complicare il quadro, il DSA non ha precedenti giurisprudenziali chiari: il regolamento non stabilisce soglie rigide, ma valuta se l’azione delle piattaforme sia “sufficientemente buona”.

Una multa fino a 6% del fatturato. Ma quale?

Il DSA consente multe fino al 6% del fatturato globale. Per X, il fatturato stimato è attorno ai 2,5 miliardi di dollari, quindi la sanzione massima sarebbe di 150 milioni.

Tuttavia, se l’UE considerasse l’intero patrimonio di Musk come base sanzionatoria (115 miliardi di dollari), la multa potrebbe arrivare a 6,9 miliardi, cifra record e quasi certamente oggetto di ricorso.

Rimedi alternativi alla multa

La Commissione potrebbe preferire imporre correttivi invece di sanzioni:

  • Ripristinare le spunte blu come verifica identitaria, non a pagamento.
  • Rafforzare i fact-checker nelle Community Notes.
  • Garantire maggiore trasparenza su pubblicità e accesso ai dati per i ricercatori.

Tuttavia, ogni rimedio fisserebbe un precedente e definirebbe cosa è considerato “accettabile” in termini di gestione del rischio da parte delle piattaforme.

Il peso politico della decisione

Il DSA è una normativa nuova e sotto osservazione. Un mancato intervento su X potrebbe legittimare le critiche dell’estrema destra e ridurre l’autorità della Commissione, proprio mentre cerca di rafforzare la tutela degli utenti online.

Il caso X sarà un banco di prova: se Bruxelles agirà, darà forza alla nuova legge. Se temporeggerà, le piattaforme tech capiranno di poter resistere con margini di manovra più ampi del previsto.

La decisione, dicono fonti interne, potrebbe non arrivare dai tecnici, ma finire direttamente sulla scrivania di Ursula von der Leyen, che dovrà valutare anche l’impatto politico della mossa.

L’indagine UE su X – Cronologia dei fatti


🟡 Ottobre 2022

📌 Elon Musk acquisisce Twitter e lo rinomina X.
➡ Inizia il ridimensionamento della moderazione e dello staff.

🟠 Dicembre 2023

📌 La Commissione UE avvia ufficialmente un’indagine su X.
➡ Obiettivo: verificare il rispetto del Digital Services Act (DSA).

🔴 Luglio 2024

📌 L’UE conferma tre violazioni da parte di X.
➡ Trasparenza pubblicitaria, accesso ai dati, progettazione ingannevole.

🔵 Gennaio 2025

📌 L’indagine si amplia: focus su moderazione e disinformazione.
➡ Dopo l’intervista con Alice Weidel, leader di AfD.

Aprile 2025

📌 L’UE rafforza l’unità DSA con 60 nuovi ispettori.
➡ L’indagine su X è tra le priorità insieme a TikTok e Temu.

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Ultimo Aggiornamento: 24/04/2025 17:32

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