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“Perché ho evitato i funerali”: Don Cristiani shock, il durissimo sfogo

Pubblicato: 26/04/2025 15:39

Don Andrea Pio Cristiani, fondatore e anima del Movimento Shalom, è noto per il suo impegno in favore della giustizia sociale e della solidarietà tra i popoli. La sua missione, profondamente radicata nei valori del Vangelo, lo ha portato a esprimere spesso posizioni critiche verso le disuguaglianze e le ingiustizie, sia all’interno che all’esterno della Chiesa.

Papa Francesco, nel corso del suo pontificato durato dodici anni, ha incarnato un modello di umiltà e vicinanza ai più poveri, opponendosi con forza ai privilegi, agli eccessi di potere e alle logiche di carriera che, talvolta, hanno caratterizzato gli ambienti ecclesiastici. Con gesti concreti e parole dirompenti, il pontefice ha tracciato un percorso di rinnovamento che non ha mancato di suscitare ammirazione ma anche profonde resistenze.

Una scelta di preghiera intima e lontana dagli sfarzi

In occasione dei funerali di Papa Francesco a Roma, Don Andrea ha deciso di non partecipare alla celebrazione ufficiale. Ha invece preferito rendere omaggio al pontefice celebrando una messa nel monastero delle clarisse a Fucecchio, invitando i fedeli a unirsi in preghiera.

“Sono nauseato dai discorsi ipocriti di coloro che lo hanno osteggiato in vita e oggi lo celebrano pubblicamente,” ha spiegato in una nota, evidenziando come molti degli avversari del Papa, sia all’interno della Chiesa che nella società civile, abbiano assunto un atteggiamento teatrale di commozione.

Le critiche verso l’ipocrisia e il potere

Don Andrea non ha risparmiato parole forti per denunciare gli atteggiamenti di chi, pur essendo stato ostile al pontefice, oggi lo celebra. Ha puntato il dito contro alcuni membri del clero, accusati di aver contrastato le riforme del Papa, e contro i potenti della Terra, definiti “affamatori dei poveri” e responsabili delle guerre e delle ingiustizie globali.

Papa Francesco, secondo Don Andrea, ha rappresentato una voce profetica per i più deboli, opponendosi con fermezza a ogni forma di oppressione. “Chi difenderà ora i poveri, privati persino dell’aria pura e dell’acqua potabile?”, si chiede con amarezza, temendo che l’eredità del pontefice possa essere dimenticata.

Gesti e parole indelebili

Il sacerdote ha ricordato come Papa Francesco abbia parlato con gesti eloquenti fin dall’inizio del suo pontificato, scegliendo la semplicità della vita e rifuggendo ogni forma di sfarzo. Dal suo rifiuto del tradizionale mantellino rosso al soggiorno in un modesto albergo, fino alle visite ai carcerati e agli incontri con i più emarginati, il Papa ha incarnato una Chiesa vicina al popolo, fedele al messaggio evangelico.

Guardando al conclave imminente, Don Andrea ha lanciato un appello ai cardinali, affinché eleggano un successore che continui l’opera di Francesco, servendo la verità e rinunciando a potere e privilegi. “Non c’è un potente da eleggere, ma una comunità di fratelli e sorelle da costruire”, ha dichiarato, auspicando una Chiesa che metta al centro l’amore, la pace e la giustizia.

Un invito alla preghiera

Don Andrea ha concluso il suo messaggio invitando i fedeli a unirsi in preghiera per il Papa defunto. Ha annunciato due celebrazioni commemorative: alle 17:30 a Fucecchio, presso la chiesa di San Salvatore, e alle 18:00 a Santa Croce sull’Arno, nella Chiesa Collegiata. Un gesto di gratitudine per un pontefice che, con coraggio e coerenza, ha segnato un’epoca di profondo cambiamento per la Chiesa.

Il messaggio integrale

In questi giorni molti mi chiedono perché non sono andato alle esequie di Papa Francesco, ma ho scelto di ringraziarlo da casa celebrando per lui una messa nel monastero delle clarisse a Fucecchio insieme a coloro  che vorranno partecipare.
Sono nauseato dai discorsi che sento anche da parte di coloro che lo hanno avversato e ferito con ingiurie in questi dodici anni di servizio come Vescovo di Roma e dunque capo della Chiesa, primo testimone della Resurrezione del Signore e garante del primato dell’ amore.
I peggiori avversari e denigratori li ha trovati proprio in casa, in gonnella rossa e non c’è da stupirsi considerando la sua guerra ai privilegi, ai fasti, alla ricchezza, alla carriera, ai titoli, agli ossequi, ai palazzi, ai sudditi, ai fronzoli da principesse rinascimentali e al salire e scendere su auto di grossa cilindrata.
Altra grande corrente di nemici ci sono anche diversi di coloro che in queste ore gli rendono omaggio magari teatralmente commossi… Sono loro gli affamatori dei poveri, i detentori delle armi più potenti per annientare il mondo, i fautori delle guerre, i grandi proprietari delle ricchezze derubate ai poveri.
Eccoli piangere coloro che lo hanno deriso. La moltitudine dei poveri privati anche dell’aria pura, dell’ecosistema e dell’acqua potabile sono sempre più costretti a fuggire ed eccoli umiliati e respinti. La voce di Francesco si è spenta, chi li difenderà?
La curiosità del mondo verso la Chiesa è rivolta più agli aspetti rituali e istituzionali in quanto sopravvissuta ai secoli, che non al suo reale essere la comunità di Cristo che ha così ben rappresentato Francesco fin dal suo esordio. Contrastato nella sua volontà di riformare la Chiesa, modellandola sul Vangelo, più che con la parola quasi sempre incompresa, ha parlato con i segni, dal mantellino rosso simbolo del potere al suo insediarsi nella camera di un modesto albergo. Dalle visite fraterne ai carcerati, al suo contagioso struggente amore per la gente fino all’ultimo. Basta pensarlo ed emergono alla memoria gesti e parole liberanti. Una eredità che non sarà facile cancellare.
Le “eminenze”, come si fanno chiamare, presto entreranno in conclave per eleggere il successore di Francesco. Ci auguriamo che siano consapevoli che non c’è un potente da eleggere, né un equilibrio da tenere, ma una verità da servire, che è una persona vivente che detesta pompe, privilegi, poteri e ricchezze e che vuole una comunità di eguali che vivono da sorelle e fratelli e che aborriscono nazionalismi, armi e guerre.
Invito chi può questa sera a Fucecchio in San Salvatore alle 17,30 per la recita del Rosario e della S. Messa per esprimere a papa Francesco tutta la nostra gratitudine.
Oppure a Santa Croce sull’Arno nella Chiesa Collegiata alle 18 don Donato ricorderà Papa Francesco e inviterà alla preghiera perché il Signore continui l’opera di rinnovamento della Chiesa tracciata da questo coraggioso Servo del Vangelo.

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