
Un racconto freddo, lucido, e pieno di dettagli quello che un 23enne ha affidato a una lunga lettera inviata ai magistrati che indagano sulla morte della sua ex compagna. Un femminicidio che ha scosso l’opinione pubblica e che ora viene ricostruito dallo stesso autore del delitto, oggi detenuto con accuse gravissime.
Nel documento scritto a mano, il giovane ripercorre le ultime ore di vita della ragazza con cui aveva condiviso una relazione fatta di affetto, ma anche di tensioni e frustrazioni. La sera del 25 marzo, secondo quanto racconta, i due si sarebbero confrontati a lungo: “Abbiamo parlato della nostra relazione, del fatto che mi dava fastidio e mi ero stancato di aspettare, mentre lei cercava altre persone con cui legare”, scrive. Da lì, il tragico epilogo.
Il racconto dell’omicidio e l’occultamento del corpo
Secondo quanto riportato nella lettera, sarebbe stata la vittima a chiedere di poter restare a dormire, visto l’orario. “Le ho dato un pigiama comodo. Ci siamo sdraiati sul letto a parlare delle cose belle vissute insieme, dei nostri viaggi, dei soprannomi che ci davamo: ‘Amore’, ‘Vita’, ‘Zemra ime’, ‘Mahal’…”, prosegue il racconto.
Ma nelle ore successive, la situazione è precipitata. Il giovane, dopo l’accoltellamento, avrebbe cercato in modo disordinato e confuso di disfarsi del corpo. Racconta di aver tentato di far entrare una valigia nell’auto, senza riuscirci, e di essere quindi tornato a casa per prenderne un’altra più adatta.
È dopo questo passaggio che il dettaglio più agghiacciante emerge: con il corpo nascosto nel bagagliaio, si sarebbe fermato in pieno giorno a un tabacchi per comprare sigarette e un accendino. “Erano circa le 16:30, ho lasciato passare due ragazze che mi venivano incontro, poi ho sollevato il trolley da solo, l’ho sistemato nel portabagagli e sono partito senza una direzione precisa”, aggiunge nella lettera.
Il giovane è attualmente rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il corpo della ragazza era stato ritrovato giorni dopo, abbandonato in una zona impervia del Lazio. Una morte brutale, che ora assume contorni ancora più drammatici alla luce delle parole dell’uomo che l’ha causata.