
Il 2025 si apre con una nuova, brusca frenata per Volkswagen. Il colosso tedesco ha annunciato un calo del 41% degli utili rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel primo trimestre dell’anno, l’utile netto si è fermato a 2,19 miliardi di euro. Una partenza disastrosa, segno di un mercato che continua a crollare dopo mesi di instabilità economica e trasformazioni profonde nel settore.
Anche Stellantis non sorride. Nei primi tre mesi dell’anno ha registrato ricavi netti pari a 35,8 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto al primo trimestre 2024. Dietro il segno meno si nascondono minori volumi di consegna, prezzi non competitivi e una domanda fiacca in alcuni mercati chiave.
Veicoli commerciali in crisi: crollano furgoni, camion e bus
A fare da sfondo a questi risultati è un mercato europeo dei veicoli commerciali in forte difficoltà. Secondo i dati di Acea, l’associazione dei costruttori europei, le vendite di furgoni sono diminuite del 12,2% nell’Unione Europea. L’Italia è la maglia nera con un calo del 15,2%, seguita da Francia e Germania a pari merito con un -10,7%. Unico segno positivo in Spagna, che cresce del 12,6%
Anche i camion subiscono una pesante battuta d’arresto: –16% complessivo nell’Ue, trascinato giù soprattutto dagli autocarri pesanti (-16,6%) e medi (-12,5%). I numeri diventano impietosi nei mercati principali:
Germania: -25,4%
Francia: -17,6%
Spagna: -12,8%
Italia: -9,4%
Infine, il comparto degli autobus perde l’1,8%, con forti cali in Germania (-15%), Italia (-7,3%) e una leggera flessione anche in Spagna (-0,5%).

Tra crisi e transizione: cresce l’elettrico, ma la quota complessiva resta bassa
In controtendenza con questi dati, la mobilità elettrica è in crescita. Il primo trimestre 2025 ha registrato un aumento del +32,6% per i furgoni elettrici, che ora rappresentano l’8,7% del mercato (contro il 5,7% del 2024).Si registra poi un +50,6% per i camion a ricarica elettrica, saliti al 3,5% di quota (erano al 2%). I Furgoni ibridi invece sono quasi stabili, al +0,7%, con un peso del 2,5%. Male invece gli autobus ibridi-elettrici, giù del 28,7%, al 10,7% di quota. Alla fine, nonostante la crescita, la quota per l’elettrico rispetto al mercato complessivo rimane piuttosto bassa e non compensa le perdite.
Cause e prospettive: il futuro si gioca sull’adattamento
Il calo del 9% delle consegne consolidate – pari a 1,2 milioni – secondo Stellantis riflette diversi fattori: la produzione ridotta in Nord America a causa del prolungamento delle festività di gennaio, l’impatto della transizione dei portafogli prodotti e la flessione nei veicoli commerciali leggeri in Europa. Quest’ultimo dato è anche un segnale di stagnazione per l’economia nel suo complesso.
Nonostante tutto, ci sono anche segnali di riorganizzazione: Stellantis segnala una crescita della quota nell’Ue30 e un aumento degli ordini negli Stati Uniti. Ma il messaggio è chiaro: l’industria europea dell’auto è a un bivio. O riesce a tenere il passo con i nuovi scenari globali, o rischia di scomparire lentamente.